borgo1971
  • borgo1971
  • 100% (Glorificato)
  • Classe B Creatore della discussione
10 anni fa
Ancora perché vedo continuamente dei post sugli impianti centralizzati, ma non mi pare che l'argomento sia stato chiarito in tutte le sue varianti, pertanto cercherò di fare un riassunto di quanto penso di aver capito, ma anche di alcuni dubbi, il tutto aperto ad eventuali commenti e/ smentite.
1° caso: appartamento centralizzato senza contabilizzazione del calore. L'edificio sarà ovviamente esistente in quanto non si fanno più impianti di questo tipo. Potrebbe sembrare il caso più semplice, in quanto inserisco il mio appartamento come edificio, uso il metodo dei rendimenti pre-calcolati e metto tutte le potenze in base alla quota millesimale usata per la ripartizione delle spese di riscaldamento. Ho detto sembra, perché nel caso dei pannelli solari la suddivisione in quota delle potenze e delle superfici non produce risultati in quota.
2° caso: appartamento esistente centralizzato con contabilizzazione. Anche in questo caso si possono usare i rendimenti precalcolati, ma la quota millesimale andrebbe ricalcolata in base alla richiesta dell'appartamento certificato rispetto al resto dell'edificio servito dall'impianto, e pertanto è comunque necessario inserire l'intero edificio (di solito in questo caso creo 2 zone, una per l'appartamento da certificare ed uno per il resto del fabbricato che calcolo per sottrazione di volume e superfici sull'intero). Le quote vanno ricalcolate a seguito degli interventi di miglioramento, sopratutto per quegli interventi che riguardano il solo appartamento certificato (es. sostituzione serramenti).
3° caso: condominio nuovo centralizzato con contabilizzazione. In questo caso niente rendimenti precalcolati, ma dovendo certificare l'intero edificio, è ovvio che devo inserire tutti gli appartamenti come altrettante zone. A differenza di quel che sembra credere il legislatore, anche in un condominio centralizzato ci possono essere appartamenti di classe differenti, e soprattutto con indici differenti. Mentre la classe è in parte compensata da S/V, gli indici di un appartamento con bassa superficie disperdente possono essere molto diversi dagli appartamenti con molta superficie disperdente. Su entrambi i parametri incidono poi esposizione ed ombreggiamenti. Il certificato unico ha poco senso, e l'utilizzo di quello di un'altro appartamento ha un applicazione molto limitata (palazzoni).
4° caso: appartamento nuovo centralizzato con contabilizzazione. Anche in questo caso niente rendimenti precalcolati, pertanto il rendimento è determinato dalla richiesta di tutte le zone, e questo rende più importante inserire correttametne anche gli altri appartamenti. Per fortuna in questo caso dovrebbero esserci disegni e progetti, e sarebbe comunque il caso di creare una zona per ogni appartamento. Certo che diventa un lavoraccio quando mi viene chiesto di certificare un appartamento su 10 o più, e magari tutti di forma diversa… Voi cosa fate in casi del genere?
5° caso: appartamento autonomo parzialmente centralizzato. Casistica meno rara di quel che si potrebbe pensare cercando su internet (sembra non esistano). Almeno nei paesi dove vige ancora la richiesta di impianti autonomi (che ho rivalutato anch'io dopo aver sentito di condomini che si trovano nella scelta di pagare le quote ai morosi o rischiare il distacco del condominio da parte del fornitore). Abbinando la richiesta della gente di impianti autonomi a quella della legge sulle rinnovabili, escono fuori impianti "ibridi". In questo caso con MC11300 è necessario fare un file per ogni appartamento da gestire come edificio, con dispersioni verso locali comuni e potenze della parte di impianto centralizzato in quota. Quando mi è capitato, la quota per le dispersioni l'ho fatta per quota di superficie disperdente, ma ripensandoci bisognerebbe tener conto della trasmittanza delle varie superfici, che potrebbe essere diversa, pertanto andrebbe fatta in base al coefficiente di scambio termico tra le zone riscaldate e quelle non… il tutto rigorosamente a mano perché le zone riscaldate sono su file diversi. Per la suddivisione dell'impianto a me era andata anche bene, perché avendo solo solare per ACS centralizzato, le quote le ho calcolate in base alla richiesta di ACS… se ci fosse anche il riscaldamento bisognerebbe calcolarle in base al fabbisogno ideale di energia termica, giusto? E poi c'è sempre di discorso della suddivisione del solare termico (non so su altre... preferisco non sapere) che non sempre torna: bisognerebbe calcolare a parte il pannello solare intero e poi suddividere i contributi ai vari appartamenti, tutto ovviamente a mano visto che in MC11300 non si può.

E tutto questo casino (e altro) mentre il mondo politico chiude occhi e naso di fronte al dilagare di certificazioni che non valgono la carta su cui sono stampate, agenzie immobiliari che pubblicano annunci dati inventati (e chiedono di certificare a contratto già fatto), imprese e progettisti reticenti a fornire le informazioni, ecc... 😢

Comunque… buona Pasqua a tutti!!!
santo
  • santo
  • 100% (Glorificato)
  • Classe C
10 anni fa

Ancora perché vedo continuamente dei post sugli impianti centralizzati, ma non mi pare che l'argomento sia stato chiarito in tutte le sue varianti, pertanto cercherò di fare un riassunto di quanto penso di aver capito, ma anche di alcuni dubbi, il tutto aperto ad eventuali commenti e/ smentite.
1° caso: appartamento centralizzato senza contabilizzazione del calore. L'edificio sarà ovviamente esistente in quanto non si fanno più impianti di questo tipo. Potrebbe sembrare il caso più semplice, in quanto inserisco il mio appartamento come edificio, uso il metodo dei rendimenti pre-calcolati e metto tutte le potenze in base alla quota millesimale usata per la ripartizione delle spese di riscaldamento. Ho detto sembra, perché nel caso dei pannelli solari la suddivisione in quota delle potenze e delle superfici non produce risultati in quota.
2° caso: appartamento esistente centralizzato con contabilizzazione. Anche in questo caso si possono usare i rendimenti precalcolati, ma la quota millesimale andrebbe ricalcolata in base alla richiesta dell'appartamento certificato rispetto al resto dell'edificio servito dall'impianto, e pertanto è comunque necessario inserire l'intero edificio (di solito in questo caso creo 2 zone, una per l'appartamento da certificare ed uno per il resto del fabbricato che calcolo per sottrazione di volume e superfici sull'intero). Le quote vanno ricalcolate a seguito degli interventi di miglioramento, sopratutto per quegli interventi che riguardano il solo appartamento certificato (es. sostituzione serramenti).
3° caso: condominio nuovo centralizzato con contabilizzazione. In questo caso niente rendimenti precalcolati, ma dovendo certificare l'intero edificio, è ovvio che devo inserire tutti gli appartamenti come altrettante zone. A differenza di quel che sembra credere il legislatore, anche in un condominio centralizzato ci possono essere appartamenti di classe differenti, e soprattutto con indici differenti. Mentre la classe è in parte compensata da S/V, gli indici di un appartamento con bassa superficie disperdente possono essere molto diversi dagli appartamenti con molta superficie disperdente. Su entrambi i parametri incidono poi esposizione ed ombreggiamenti. Il certificato unico ha poco senso, e l'utilizzo di quello di un'altro appartamento ha un applicazione molto limitata (palazzoni).
4° caso: appartamento nuovo centralizzato con contabilizzazione. Anche in questo caso niente rendimenti precalcolati, pertanto il rendimento è determinato dalla richiesta di tutte le zone, e questo rende più importante inserire correttametne anche gli altri appartamenti. Per fortuna in questo caso dovrebbero esserci disegni e progetti, e sarebbe comunque il caso di creare una zona per ogni appartamento. Certo che diventa un lavoraccio quando mi viene chiesto di certificare un appartamento su 10 o più, e magari tutti di forma diversa… Voi cosa fate in casi del genere?
5° caso: appartamento autonomo parzialmente centralizzato. Casistica meno rara di quel che si potrebbe pensare cercando su internet (sembra non esistano). Almeno nei paesi dove vige ancora la richiesta di impianti autonomi (che ho rivalutato anch'io dopo aver sentito di condomini che si trovano nella scelta di pagare le quote ai morosi o rischiare il distacco del condominio da parte del fornitore). Abbinando la richiesta della gente di impianti autonomi a quella della legge sulle rinnovabili, escono fuori impianti "ibridi". In questo caso con MC11300 è necessario fare un file per ogni appartamento da gestire come edificio, con dispersioni verso locali comuni e potenze della parte di impianto centralizzato in quota. Quando mi è capitato, la quota per le dispersioni l'ho fatta per quota di superficie disperdente, ma ripensandoci bisognerebbe tener conto della trasmittanza delle varie superfici, che potrebbe essere diversa, pertanto andrebbe fatta in base al coefficiente di scambio termico tra le zone riscaldate e quelle non… il tutto rigorosamente a mano perché le zone riscaldate sono su file diversi. Per la suddivisione dell'impianto a me era andata anche bene, perché avendo solo solare per ACS centralizzato, le quote le ho calcolate in base alla richiesta di ACS… se ci fosse anche il riscaldamento bisognerebbe calcolarle in base al fabbisogno ideale di energia termica, giusto? E poi c'è sempre di discorso della suddivisione del solare termico (non so su altre... preferisco non sapere) che non sempre torna: bisognerebbe calcolare a parte il pannello solare intero e poi suddividere i contributi ai vari appartamenti, tutto ovviamente a mano visto che in MC11300 non si può.

E tutto questo casino (e altro) mentre il mondo politico chiude occhi e naso di fronte al dilagare di certificazioni che non valgono la carta su cui sono stampate, agenzie immobiliari che pubblicano annunci dati inventati (e chiedono di certificare a contratto già fatto), imprese e progettisti reticenti a fornire le informazioni, ecc... 😢

Comunque… buona Pasqua a tutti!!!

Messaggio originale di borgo1971:



se vuoi complicarti la Pasqua ti do un altro caso da aggiungere alla lista:
impianto centralizzato con contatori di calore diretta.
In pratica nell'appartamento c'e' uno scambiatore che si comporta come un generatore acs + riscaldamento con la sua bella potenza nominale e rendimento.

Buona Pasqua
luckying
10 anni fa
mi scuso non ho letto tutto con attenzione, però posso dire:

- le considerazioni che fai pe ril caso 3 valgono pari pari per i primi due; che l'edificio sia nuovo o vecchio non importa molto, anzi direi che sono i nuovi ad avere una classificazione più "omogenea".
- sul 4 punto direi che più che inseirire le singole zone svolgerei il calcolo sull'intero volume, da cui ricavare i rendimenti da utilizzare per la singola unità da certificare

e poi ci sarà da sbizzarrirsi per tutte le possibili varianti
-