A me la questione è capitata di recente (anche se con un altro software utilizzato nel'ambito di uno studio).
L'errore (o meglio l'incongruenza) è nelle linee guida a mio avviso e in particolare nello schema di classificazione. Lo schema proposto nelle linee guida infatti (con intestazione "esempio per edificio residenziale"!!) deve necessariamente essere applicato anche al non residenziale (non vendo altre indicazioni). Ora, se anche il valore di EPacs potrebbe essere espresso in kWh/mc (come richiesto per edifici non residenziali) con il calcolo di aggiustamento suggerito da Bergo (io feci così....) nel valutare la classificazione dell'edificio ci si comportrebbe in modo troppo arbitrario a mio avviso.
Nel caso che avevo studiato il valore di EPacs riferito al mq "pesava" in modo tale sul valore di EPgl (rispetto al valore di EPi valutato invece al mc) da farmi ottenere una classe diversa da quella che avrei ottenuto facendo il conto tutto in mc.
Non credo però sia corretto procedere in modo arbitrario, meglio produrre il certificato esattamente come richiesto da norma, nella consapevolezza della "riduzione di rappresentatività" dei valori che si stanno indicando. Insomma, mi pare un po' un pasticcio ma dopo averci tanto pensato mi pare la condotta migliore (per ora naturalmente).
Aggiungo anche che, nel caso che avevo trattato (edificio uso uffici con volume disperdente di circa 50.000 mc, non isolato, molto vecchio) il peso della ACS (preprarata da boiler elettrici per i bagni) era esiguo rispetto alle necessità di riscaldamento. Il risultato dello schema di classificazione imposto dalle linee guida ne risulta, a mio avviso, ultriormente falsato. La classificazione in edifici di tale tipo, sino a che non sia meglio chiarita la problematica, dovrebbe secondo me prescidere da EPacs e riferirsi al solo EPi. Ma questo anche non si può fare mi sembra.
Dimenticavo....complimenti davvero per il buon lavoro fatto con MC11300.