studioviviani
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9 anni fa
Probabilmente l'argomento è già stato affrontate e quindi mi scuso in anticipo.

Come comportarsi in presenza di una ristrutturazione in cui si realizza un nuovo impianto di riscaldamento e per l'estate si installano degli split che saranno utilizzati al bisogno ?

In un vecchio Post Alberto ha detto (e concordo) che per l'inverno la PdC tipo split non si considera se è presente una caldaia, in quanto i due impianti, di fatto non dialogano fra loro e l'unico vero impianto è quello facente capo alal caldaia, ma per l'estate ?.

Non so se mi sono spiegato.

Grazie
UMStudio
9 anni fa

Probabilmente l'argomento è già stato affrontate e quindi mi scuso in anticipo.

Come comportarsi in presenza di una ristrutturazione in cui si realizza un nuovo impianto di riscaldamento e per l'estate si installano degli split che saranno utilizzati al bisogno ?

In un vecchio Post Alberto ha detto (e concordo) che per l'inverno la PdC tipo split non si considera se è presente una caldaia, in quanto i due impianti, di fatto non dialogano fra loro e l'unico vero impianto è quello facente capo alal caldaia, ma per l'estate ?.

Non so se mi sono spiegato.

Grazie

Messaggio originale di studioviviani:




Dato che per lo split fai il libretto di impianto come per la caldaia, non vedo perchè non considerarlo nel calcolo invernale affiancato alla caldaia. Io lo considero in quanto è un servizio che è a disposizione indipendentemente che lo usi o meno.
Quando compilo il campo pdc invernale, metto funzionamento alternato o parallelo a seconda dei casi e imposto che al di sotto dei 10°C esterni si ferma e parte la caldaia. Di fatto fino a che fuori non fa freddissimo molti usano lo split in pdc.
pantoza
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  • Classe E
9 anni fa
Se il sistema caldaia emissione copre tutto il fabbisogno termico a mio avviso sarebbe corretto imputare esclusivamente a questo sistema il riscaldamento.
E' pur vero che l'impianto a split è presente ed all'occorrenza può funzionare.
Si tratta di scelte soggettive legate al buon senso.
Generalmente consideriamo che chi fa un impianto a caldaia lo fa per non utilizzare le pdc, sennò avrebbe implementato il numero delle stesse per il fabbisogno invernale...
garcangeli
9 anni fa
Io sono dell'idea che debba essere considerato. C'è, si riporta nell'Ape.
Il punto semmai ora è come considerarlo come priorità rispetto alla caldaia/altro generatore.
Un'idea potrebbe essere quella di suddividere il fabbisogno proporzionalmente alle potenze nominali dei 2, o più, generatori.

EDIT:
Posto che è considerabile impianto termico:
"Non sono considerati impianti termici apparecchi quali: stufe, caminetti,
apparecchi di riscaldamento localizzato ad energia radiante;
tali apparecchi, se fissi, sono tuttavia assimilati agli impianti
termici quando la somma delle potenze nominali del
focolare degli apparecchi al servizio della singola unità
immobiliare è maggiore o uguale a 5 kW."


Non credo sia lecito sommare potenza della caldaia (che non è un apparecchio) a quella degli split di cui parliamo.
emanuelsa
9 anni fa
A prescindere dal discorso priorità di intervento e funzionamento alternato se gli split a pompa di calore sono installati solo in alcuni locali come faccio a considerare che nella mezza stagione utilizzo gli split in certi locali e la caldaia in altri (es. bagni e altri) e poi nel resto della stagione utilizzo solo la caldaia per tutta l'U.A. ? Mi sembra un po macchinoso come calcolo, dovrei creare due zone termiche, una con solo caldaia con sotto alcuni locali e l'altra con pompa di calore e la stessa caldaia di prima ad integrazione/alternanza per altri locali.
Io in un caso del genere sarei per considerare piu semplicisticamente solo la caldaia.
Il dubbio che ho è come comportarsi in raffrescamento estivo...
ne abbiamo parlato in un'altro post....
Ok, per il raffrescamento consideriamo il solo volume effettivamente raffrescato...
Come si modella il tutto con MC11300 ? Provo ad ipotizzare... Eseguo il calcolo inserendo tutti i singoli locali (e non considerando l'unità abitativa nell'intero volume come unico locale), all'interno delle dispersioni per trasmissione di ogni locale spunto le singole righe delle strutture se solo per il calcolo invernale o anche per il calcolo estivo.
Creo due zone dove in una inserisco i locali riscaldati e raffrescati e spunto la presenza della climatizzazione estiva nella zona, mentre nell'altra zona che inserisco solo i locali riscaldati (non raffrescati) non spunto la presenza della climatizzazione estiva. L'impianto con caldaia lo inserisco a livello di Edificio mentre l'impianto a split a livello di zona.
Non so se puo funzionare, è da provare....
Poi... tanto per esagerare,... le pareti di separazione tra locale raffrescato e locale adiacente non raffrescato devono essere inserite come pareti disperdenti estive ? 😢
UMStudio
9 anni fa

Io sono dell'idea che debba essere considerato. C'è, si riporta nell'Ape.
Il punto semmai ora è come considerarlo come priorità rispetto alla caldaia/altro generatore.
Un'idea potrebbe essere quella di suddividere il fabbisogno proporzionalmente alle potenze nominali dei 2, o più, generatori.

EDIT:
Posto che è considerabile impianto termico:
"Non sono considerati impianti termici apparecchi quali: stufe, caminetti,
apparecchi di riscaldamento localizzato ad energia radiante;
tali apparecchi, se fissi, sono tuttavia assimilati agli impianti
termici quando la somma delle potenze nominali del
focolare degli apparecchi al servizio della singola unità
immobiliare è maggiore o uguale a 5 kW."


Non credo sia lecito sommare potenza della caldaia (che non è un apparecchio) a quella degli split di cui parliamo.

Messaggio originale di garcangeli:



Interpretazioni. Per semplificarvi la vita valutate solo quello che c'è nel libretto d'impianto allora, tanto più che nel modello ministeriale di APE, per ogni tipologia di impianto (H, W, C, FER) c'è lo spazio per il codice catastale del relativo libretto. Ergo se c'è il libretto valuto il servizio, se non c'è no!

Tornando alla definizione di impianto, un caminetto a legna o una cucina economica senza targhette perchè vecchie o costruite artigianalmente, li consideri impianto termico? La mia interpretazione suffragata da un confronto con altri colleghi in commissione, è che se un apparecchio non è marchiato CE non viene considerato tale, quindi non è a norma, quindi non potrebbe essere dedicato a svolgere un servizio di riscaldamento, quindi il manutentore non si prenderà mai la responsabilità di inserirlo in un libretto, ergo per tutti questi fattori non lo considero impianto, nonostante sia fisso e probabilmente sviluppi più di 5 kW.
garcangeli
9 anni fa


Io in un caso del genere sarei per considerare piu semplicisticamente solo la caldaia.

Messaggio originale di emanuelsa:



Nel caso che illustri concordo. Nell'Ape descrivo anche gli split e li metto con minore priorità rispetto alla caldaia. Non intervengono.

Il dubbio che ho è come comportarsi in raffrescamento estivo...
ne abbiamo parlato in un'altro post....
Ok, per il raffrescamento consideriamo il solo volume effettivamente raffrescato...
Come si modella il tutto con MC11300 ? Provo ad ipotizzare... Eseguo il calcolo inserendo tutti i singoli locali (e non considerando l'unità abitativa nell'intero volume come unico locale), all'interno delle dispersioni per trasmissione di ogni locale spunto le singole righe delle strutture se solo per il calcolo invernale o anche per il calcolo estivo.
Creo due zone dove in una inserisco i locali riscaldati e raffrescati e spunto la presenza della climatizzazione estiva nella zona, mentre nell'altra zona che inserisco solo i locali riscaldati (non raffrescati) non spunto la presenza della climatizzazione estiva. L'impianto con caldaia lo inserisco a livello di Edificio mentre l'impianto a split a livello di zona.
Non so se puo funzionare, è da provare....
Poi... tanto per esagerare,... le pareti di separazione tra locale raffrescato e locale adiacente non raffrescato devono essere inserite come pareti disperdenti estive ? 😢

Messaggio originale di emanuelsa:


Sì, e dovresti creare delle zone non climatizzate per il volume solo riscaldato che colleghi alle pareti disperdenti estive🤬 🤬
garcangeli
9 anni fa


La mia interpretazione suffragata da un confronto con altri colleghi in commissione, è che se un apparecchio non è marchiato CE non viene considerato tale, quindi non è a norma, quindi non potrebbe essere dedicato a svolgere un servizio di riscaldamento, quindi il manutentore non si prenderà mai la responsabilità di inserirlo in un libretto, ergo per tutti questi fattori non lo considero impianto, nonostante sia fisso e probabilmente sviluppi più di 5 kW.

Messaggio originale di UMStudio:



Sono perplesso. Non dico che è idea campata in aria, ma sono perplesso.

Similitudine:
Ho impianto elettrico realizzato ante 1990 (ex legge 46/90), non rispetta i dettami attuali. Che devo spegnerlo?
Risposta: NO, è comunque esercibile se ormai dotato di interruttore differenziale, anche se non è a norma con le restanti attuali prescrizioni.

Ma c'è una prescrizione secondo cui un apparecchio già installato e manutenuto, se vecchio e non dotato di marcatura CE perchè all'epoca non esistente, deve essere dismesso?
UMStudio
9 anni fa

[quote=UMStudio]
Ma c'è una prescrizione secondo cui un apparecchio già installato e manutenuto, se vecchio e non dotato di marcatura CE perchè all'epoca non esistente, deve essere dismesso?

Messaggio originale di garcangeli:



A domanda specifica non saprei risponderti, però il problema è che gli interventi di manutenzione sulla base di che indicazioni li fa il manutentore se non c'è un libretto del costruttore o una norma uni che per quel determinato apparecchio ti dice cosa fare?
La mia esperienza è che i manutentori cercano di prendersi sempre meno "rogne" (leggasi responsabilità), e quindi si rifiutano di inserire tali apparecchi in un libretto d'impianto. Inoltre in un apparecchio del genere come fai a determinarne potenza e resa? Vai a spanne!
Considerare un caminetto fatto da un muratore 20 anni fa impianto, è come se domani mattina mi autocostruisco una caldaia e me la installo nella mia abitazione. Non credo si possa fare indipendentemente dalla linea temporale.
santo
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9 anni fa


Io in un caso del genere sarei per considerare piu semplicisticamente solo la caldaia.

Messaggio originale di garcangeli:



Nel caso che illustri concordo. Nell'Ape descrivo anche gli split e li metto con minore priorità rispetto alla caldaia. Non intervengono.

Il dubbio che ho è come comportarsi in raffrescamento estivo...
ne abbiamo parlato in un'altro post....
Ok, per il raffrescamento consideriamo il solo volume effettivamente raffrescato...
Come si modella il tutto con MC11300 ? Provo ad ipotizzare... Eseguo il calcolo inserendo tutti i singoli locali (e non considerando l'unità abitativa nell'intero volume come unico locale), all'interno delle dispersioni per trasmissione di ogni locale spunto le singole righe delle strutture se solo per il calcolo invernale o anche per il calcolo estivo.
Creo due zone dove in una inserisco i locali riscaldati e raffrescati e spunto la presenza della climatizzazione estiva nella zona, mentre nell'altra zona che inserisco solo i locali riscaldati (non raffrescati) non spunto la presenza della climatizzazione estiva. L'impianto con caldaia lo inserisco a livello di Edificio mentre l'impianto a split a livello di zona.
Non so se puo funzionare, è da provare....
Poi... tanto per esagerare,... le pareti di separazione tra locale raffrescato e locale adiacente non raffrescato devono essere inserite come pareti disperdenti estive ? 😢

Messaggio originale di emanuelsa:


Sì, e dovresti creare delle zone non climatizzate per il volume solo riscaldato che colleghi alle pareti disperdenti estive🤬 🤬

Messaggio originale di emanuelsa:



ho provato a creare un edificio con 2 zone: zona 1 solo riscaldamento di 50 m, zona 2 riscaldamento e raffrescamento di 25 mq, inserendo l'impianto termico a livello di edifico e impianto di raffrescamento solo in zona 2, mi superficie riscaldata 75 mq, superficie raffrescata 75 mq. Ovviamente in zona 1 non ho ceccato raffrescamento, in zona 2 si
garcangeli
9 anni fa
perchè raffrescata sempre 75mq?
santo
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9 anni fa

perchè raffrescata sempre 75mq?

Messaggio originale di garcangeli:



quindi se ho un castello di 1000 mq e una stanzetta di 10 mq con una pdc allora raffresco 1000 mq 😕

nell'ape il volume raffrescato è editabile, le superfici sono calcolate, ma che bisogna fare per farle uscire diverse ? magari 50 e 25 mq?
cherubino
9 anni fa

nell'ape il volume raffrescato è editabile, le superfici sono calcolate, ma che bisogna fare per farle uscire diverse ? magari 50 e 25 mq?

Messaggio originale di santo:



Se in Fabbricato - Edificio mettete "Auto" nella superficie utile del riscaldamento e del raffrescamento, naturalmente il programma le calcola uguali....
garcangeli
9 anni fa


quindi se ho un castello di 1000 mq e una stanzetta di 10 mq con una pdc allora raffresco 1000 mq 😕

Messaggio originale di santo:



Appunto... rileggi cosa hai scritto prima...

mi superficie riscaldata 75 mq, superficie raffrescata 75 mq

Messaggio originale di santo:



Da qui la domanda....😄
santo
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9 anni fa

nell'ape il volume raffrescato è editabile, le superfici sono calcolate, ma che bisogna fare per farle uscire diverse ? magari 50 e 25 mq?

Messaggio originale di cherubino:



Se in Fabbricato - Edificio mettete "Auto" nella superficie utile del riscaldamento e del raffrescamento, naturalmente il programma le calcola uguali....

Messaggio originale di santo:




perfetto. ho provato e funziona ma se vado poi a cambiare il valore successivamente mi va in crash. Ho provato 2 volte
emanuelsa
9 anni fa


Posto che è considerabile impianto termico:
"Non sono considerati impianti termici apparecchi quali: stufe, caminetti,
apparecchi di riscaldamento localizzato ad energia radiante;
tali apparecchi, se fissi, sono tuttavia assimilati agli impianti
termici quando la somma delle potenze nominali del
focolare degli apparecchi al servizio della singola unità
immobiliare è maggiore o uguale a 5 kW."


Non credo sia lecito sommare potenza della caldaia (che non è un apparecchio) a quella degli split di cui parliamo.

Messaggio originale di garcangeli:



Si, anche questo punto di vista sul termine "apparecchio" puo' essere condivisibile.

Stavo notando che nella definizione si parla di potenza nominale del focolare, per uno split a rigor di logica la potenza al focolare dovrebbe essere quella elettrica assorbita e non quella termica/frigorifera resa, quindi, prescindendo un attimo dal fatto se la caldaia faccia o meno somma con lo split, sommando le potenze elettriche assorbite dei vari split presenti in una unità abitativa quasi mai si superano i 5 kW
UMStudio
9 anni fa


Si, anche questo punto di vista sul termine "apparecchio" puo' essere condivisibile.

Stavo notando che nella definizione si parla di potenza nominale del focolare, per uno split a rigor di logica la potenza al focolare dovrebbe essere quella elettrica assorbita e non quella termica/frigorifera resa, quindi, prescindendo un attimo dal fatto se la caldaia faccia o meno somma con lo split, sommando le potenze elettriche assorbite dei vari split presenti in una unità abitativa quasi mai si superano i 5 kW

Messaggio originale di emanuelsa:




Quella al focolare è quella generata in camera di combustione in un apparecchio a gas, quindi semmai la vuoi paragonare ad uno split devi prendere tutta quella generata dallo split stesso, non quella assorbita elettricamente.

http://www.masterclima.info/forum/default.aspx?g=posts&t=5446 

impianto termico": impianto tecnologico destinato ai servizi di climatizzazione invernale o
estiva degli ambienti
, con o senza produzione di acqua calda sanitaria, indipendentemente dal vettore
energetico utilizzato, comprendente eventuali sistemi di produzione, distribuzione e utilizzazione del
calore nonché gli organi di regolarizzazione e controllo. Sono compresi negli impianti termici gli impianti
individuali di riscaldamento. Non sono considerati impianti termici apparecchi quali: stufe, caminetti,
apparecchi di riscaldamento localizzato ad energia radiante
; tali apparecchi, se fissi, sono tuttavia
assimilati agli impianti termici quando la somma delle potenze nominali del focolare degli apparecchi al
servizio della singola unità immobiliare e' maggiore o uguale a 5 kW.
Non sono considerati impianti
termici i sistemi dedicati esclusivamente alla produzione di acqua calda sanitaria al servizio di singole
unità immobiliari ad uso residenziale ed assimilate ».

Guardando la definizione di impianto termico si hanno due interpretazioni:
1- O la lista degli apparecchi per i quali vale la somma della potenza al focolare vale solo per quelli strettamente elencati, di conseguenza lo split rientra nella definizione già dalla prima riga indipendentemente dalla potenza, quindi anche inferiore a 5 kW.

2- Oppure parlando di impianti fissi maggiori di 5 kW, si intende che l'elenco fatto dal legislatore sia esemplificatvo e non esaustivo, quindi sommo tutte le potenze non solo quelle di apprecchi a combustione ma anche di apparecchi elettrici. In tal caso se ho già una caldaia la potenza è già maggiore di 5 kW quindi rientra tutto ciò che è fisso!

In entrambe le interpretazioni lo split lo valuti.
Il problema semmai è: "Se non hai il libretto di un qualsiasi apparecchio, split, stufa a pellet, ecc..." Dato che la regione veneto ti chiede il codice catasto non puoi valutarlo nell'APE a meno che il cliente non si faccia fare il relativo libretto.

girondone
9 anni fa
non ho letto tutto
ma uno split è un imp termico fosse anche da 0,0000000001 kw
emanuelsa
9 anni fa

Leggendo il seguente documento emanato dalla Regione Emilia Romagna, si possono carpire le logiche di applicazione (che tra l'altro smentiscono quanto ho ipotizzato io ieri circa il significato di potenza nominale del focolare per una pompa di calore split) :

"CATASTO REGIONALE IMPIANTI TERMICI EMILIA-ROMAGNA GUIDA ALLA COMPILAZIONE DEL LIBRETTO DI IMPIANTO"

Ne copio un'estratto...

"La definizione di impianto termico comprende anche l'insieme di più apparecchi di riscaldamento/condizionamento, indipendenti tra loro, con installazione fissa, quando "la somma delle potenze nominali del focolare degli apparecchi al servizio della singola unità immobiliare è maggiore o uguale a 5 kW": in tali casi, anche se gli apparecchi sono funzionalmente autonomi (non condividono cioè alcun sottosistema o dispositivo), dovrà considerarsi la presenza di un
impianto termico “virtuale”.
Nonostante in tale definizione si faccia riferimento alla “potenza al focolare”, riferibile unicamente agli apparecchi a combustione, ai fini della compilazione del libretto di impianto è opportuno adottare il criterio più estensivo di “potenza termica nominale”, in modo da poter riferire le disposizioni anche agli apparecchi che basano il loro funzionamento su princìpi diversi dalla combustione.

Adottando tale criterio, e sempre a titolo di esempio:
· se per la climatizzazione estiva di un'unità immobiliare sono presenti 3 apparecchi “split” (ognuno costituito da motocondensante esterna e unità interna) con potenza rispettivamente di 2,5 kW - 2, 5 kW – 1,5 kW, dato che la somma degli apparecchi è maggiore a 5 kW ci si trova di fronte ad un impianto termico “virtuale”: dovrà quindi essere compilato un solo libretto di impianto (anche se in realtà gli apparecchi sono funzionalmente autonomi) per la climatizzazione estiva, con 3 schede 4.4, ciascuna per ogni climatizzatore."

I concetti sono finalizzati al libretto di impianto ma secondo me trovano applicazione anche per quanto stiamo discutendo noi circa l'obbligo di inserimento di alcuni apparecchi (es. Split) nei calcoli dei fabbisogni energetici.
lbasa
  • lbasa
  • 100% (Glorificato)
  • Classe B
9 anni fa

Leggendo il seguente documento emanato dalla Regione Emilia Romagna, si possono carpire le logiche di applicazione (che tra l'altro smentiscono quanto ho ipotizzato io ieri circa il significato di potenza nominale del focolare per una pompa di calore split) ... I concetti sono finalizzati al libretto di impianto ma secondo me trovano applicazione anche per quanto stiamo discutendo noi circa l'obbligo di inserimento di alcuni apparecchi (es. Split) nei calcoli dei fabbisogni energetici.


Quel documento (Guida) non entra nel merito che speri; utilizza l'argomento dei 5kW (termici non elettrici, ecco l'errore che hai rivisto rispetto a ieri) per stabilire quanti libretti compilare; cioè stabilisce nell'esempio che basta un libretto, ma che occorrono compilare N schede generatore nel libretto.
Dopo di che: se esamini gli esempi della parte B, trovi casi di multipresenza di generatori (caldaia, stufa, PdC) non interconnessi: ebbene, la PdC viene considerata nel solo funzionamento estivo.

Confermando, a parte, la condizione di impianto termico per gli split come da esempio di Girondone (a proposito, la utilizzi per climatizzare il volume di una cellula epiteliale? 😁 ): invito tutti a riflettere come "davvero" potete immaginare di rappresentare in maniera condiviisa il funzionamento reale di una caldaia ad acqua e di uno split in aria svincolati fra loro; cioè in assenza di metodo, individuato in sede di rilievo, di interblocco di funzionamento.


garcangeli
9 anni fa

invito tutti a riflettere come "davvero" potete immaginare di rappresentare in maniera condiviisa il funzionamento reale di una caldaia ad acqua e di uno split in aria svincolati fra loro; cioè in assenza di metodo, individuato in sede di rilievo, di interblocco di funzionamento.

Messaggio originale di lbasa:



L'osservazione è assolutamente pertinente.

Provo a buttare giù un'idea... non elaborata... quasi a ruota libera (speriamo non troppo!!).

Lo stesso problema lo si avrebbe comunque con qualsiasi altra coppia di generatori eterogenei, es. caldaia e stufa a legna... anzi in questo caso andrebbe anche peggio.

E' vero che nel caso di caldaia ad acqua e split in aria essi non sono direttamente collegati. In effetti lavorano in parallelo.
Un collegamento virtuale però c'è: essi sono legati dalla regolazione, impostando nelle regolazioni di ciascuno la medesima temperatura di set point, di fatto interagiscono fra di loro. E ciascuno si distaccherà (presumibilmente 😒 ) prima che se non ci fosse l'altro.

In MC: 2 regolazioni, 2 emissioni, 2 zone, 1 distribuzione (per lo split è già inclusa). Occorre definire le zone, ed i volumi. In prima battuta si potrebbe pensare ad una suddivisione del volume (e della superficie disperdente) in proporzione alle potenze nominali dei 2 generatori.

sole
  • sole
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  • Classe NC
9 anni fa
Emanuelsa, io ho un problema simile al tuo, ma non sono riuscita ad ottenere un risultato valido.
Ho una villetta con caldaia e con raffrescamento solo in due camere. Ho provato a creare un edificio con 2 zone: zona 1 solo riscaldamento di 36 m, zona 2 riscaldamento e raffrescamento di 40 mq, inserendo l'impianto termico a livello di edificio e impianto di raffrescamento solo in zona 2, e andando a sostituire "auto" nella tabella che compare in Fabbricato-edificio con le superfici effettive. Quando chiedo la stampa dell'elaborato, la superficie riscaldata è uguale a quella raffrescata e così pure per i volumi, quindi evidentemente il programma non ha tenuto conto delle due zone diverse. Inoltre nella videata degli indicatori energetici il fabbisogno di energia termica per il raffrescamento dell'edificio di riferimento è di molto superiore al mio...
emanuelsa
9 anni fa
Quando ho scritto il messaggio sopra con l'ipotetica procedura per eseguire il calcolo con il raffrescamento solo in alcuni locali, non avevo ancora provato se poteva funzionare, avevo fatto una proposta di procedimento.
Ho fatto una prova poco fa con la nuova versione 15.
Non so dove sbaglio ma ho controllato i risultati nei vari passaggi e non viene bene, probabilmente non ho capito bene cosa va spuntato nelle tabelle "Servizi inclusi nel calcolo" sia in edificio che in zona. Varie volte dopo aver lanciato il Controllo/Calcolo mi si è bloccato e sono dovuto uscire con il ctrl+alt+canc.
girondone
9 anni fa
no sono risucito a seguire bene tutto
cmq
caldaia su radiatori e stufa a biomassa è contemplato nella 1300 -4

MarcoG
  • MarcoG
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  • Classe F
9 anni fa

A prescindere dal discorso priorità di intervento e funzionamento alternato se gli split a pompa di calore sono installati solo in alcuni locali come faccio a considerare che nella mezza stagione utilizzo gli split in certi locali e la caldaia in altri (es. bagni e altri) e poi nel resto della stagione utilizzo solo la caldaia per tutta l'U.A. ? Mi sembra un po macchinoso come calcolo, dovrei creare due zone termiche, una con solo caldaia con sotto alcuni locali e l'altra con pompa di calore e la stessa caldaia di prima ad integrazione/alternanza per altri locali.
Io in un caso del genere sarei per considerare piu semplicisticamente solo la caldaia.
Il dubbio che ho è come comportarsi in raffrescamento estivo...
ne abbiamo parlato in un'altro post....
Ok, per il raffrescamento consideriamo il solo volume effettivamente raffrescato...
Come si modella il tutto con MC11300 ? Provo ad ipotizzare... Eseguo il calcolo inserendo tutti i singoli locali (e non considerando l'unità abitativa nell'intero volume come unico locale), all'interno delle dispersioni per trasmissione di ogni locale spunto le singole righe delle strutture se solo per il calcolo invernale o anche per il calcolo estivo.
Creo due zone dove in una inserisco i locali riscaldati e raffrescati e spunto la presenza della climatizzazione estiva nella zona, mentre nell'altra zona che inserisco solo i locali riscaldati (non raffrescati) non spunto la presenza della climatizzazione estiva. L'impianto con caldaia lo inserisco a livello di Edificio mentre l'impianto a split a livello di zona.
Non so se puo funzionare, è da provare....
Poi... tanto per esagerare,... le pareti di separazione tra locale raffrescato e locale adiacente non raffrescato devono essere inserite come pareti disperdenti estive ? 😢

Messaggio originale di emanuelsa:


Infatti nel caso del raffrescamento volume e superficie disperdente dovrebbero essere riferiti alla singola stanza se si tratta di unico split e nel caso che caratteristiche assegnare ai locali adiacenti senza split??
Qualcuno ha idee? 😕

Mi sembra che con l'evoluzione normativa si sia generato il caos più totale soprattutto per gli impianti esistenti che nella stragrande maggioranza dei casi sono realizzati in questo modo.. almeno dalle mie parti (Emilia Romagna)