Sono d'accordo sul fatto che è corretto analizzare la "convenienza" del tempo di PAY-BACK in relazione alla durata dell'intervento. Spesso però, secondo me, i tecnici si dimenticano, forse per mancanza di conoscenza in materia, di ragionare anche sugli indici finanziari dell'investimento. Se è verosimile, infatti, che un intervento sull'involucro edilizio ha benefici sull'edificio per un tempo che può arrivare a 30 anni o più e quindi può essere considerato "vantaggioso" anche un PAY-BACK TIME di poco maggiore ai 10 anni, è altresì vero che la proiezione economica che facciamo perde di affidabilità man mano che allunghiamo i tempi di valutazione, soprattutto con i tempi attuali; l'assunzione dei valori di tasso di attualizzazione dell'investimento e di tasso di variazione del costo dei combustibili può essere sensata oggi, ma essere completamente fuori logica fra 10 anni.
Per questo io sono dell'idea che nei certificati, nelle varie configurazioni locali, non dovrebbero essere consigliati, motivandone la ragione, interventi migliorativi con tempi di ritorno maggiori di 10 anni.
Per quanto riguarda ARES FVG, anch'io certifico ogni tanto qualcosa in Friuli Venezia Giulia ed applico il criterio di cui sopra, motivando eventualmente l'assenza di ipotesi migliorative. Attendo che mi chiamino per confrontarmi con loro.