carmelo
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10 anni fa
Buondi...
non sono ancora riuscito a capire se nella certificazione energetica vanno inseriti solo quegli interventi i cui tempi di ritorno siano inferiore ai 10 anni oppure anche quelli i cui tempi di ritorno siano maggiori di 10 anni?
Inoltre, i 10 anni sono quelli di validità dell'ape?
Grazie per le delucidazioni!
Carmelo
freev
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10 anni fa
Da quello che ho capito io (che poi è quello che faccio quando certifico), vanno appunto segnalati gli interventi garantiscano un tempo di ritorno inferiore ai 10 anni. Qualora gli interventi abbiano un tempo di ritorno superiore non segno nulla in interventi migliorativi e segnalo nelle note che non sono stati riportati in quanto, tutti i possibili interventi migliorativi comportano appunto tempi di ritorno superiore ai 10 anni e quindi economicamente svantaggioso
pelly
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10 anni fa
Dipende cosa s'intende per "economicamente vantaggioso".
Rapportato alla vita utile dell'edificio, anche un intervento che si ripaga in 20 o 30 anni può essere considerato vantaggioso.

Anche in questo caso, vista la pochezza della legislazione italiana, viene lasciata discrezionalità al progettista.
reynold
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10 anni fa
Il dlgs 63/2013 specifica che devono essere fornite le raccomandazioni più significative ed economicamente convenienti (articolo 6).
Quoto pelly, dipende da cosa si intende per economicamente vantaggioso.
Teoricamente se non segni nulla rischi una sanzione per ape non compilato correttamente.
Io generalmente non trovo quasi mai payback< 10 anni quindi li lascio scritti anche se il tempo ritorno è maggiore di 10.
freev
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  • Classe E
10 anni fa
Per rispondere a Pelly:
in effetti tutto è relativo ..... un po come quando bisogna "con modica spesa" prevedere l'adattabilità degli ambienti per i portatori di handicap. Certo che se mi chiamo Briatore, posso definire modica spesa 100.000 euro, se sono un impiegato definirei modica spesa 10.000 euro per dei lavori edili. Nel caso specifico però direi che il tetto dei 10 può essere un tempo di ritorno congruo per un investimento di questo tipo, visto che possiamo considerare la vita utile di un appartamento di circa 30 anni, dopo di che qualche opera di manutenzione straordinaria va fatta .... fare investimenti con tempo di ritorno superiore .... beato chi ci campa 🤣

Per rispondere a reynold:
tecnicamente segnando nelle note perché non segno migliorie, ho adempiuto alle norme di legge .... semmai potrebbe essere fuorviante segnare migliorie che non rientrano nei tempi previsti .... di fatto è una falsa dichiarazione.
Comunque è vero quello che dici purtroppo .... trovare interventi che abbiano un payback inferiore ai 10 anni è rarissimo
carmelo
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  • Classe E Creatore della discussione
10 anni fa
A questo punto inserirò quegli interventi con tempo di ritorno inferiore a 10 anni cosi come indica anche la legenda dell'ape che cito:

[...PRESTAZIONE ENERGETICA RAGGIUNGIBILE: Miglioramento della prestazione energetica conseguente alla realizzazione degli interventi di riqualificazione riportati nel paragrafo “Raccomandazioni” che presentano un tempo di ritorno degli investimenti inferiore a 10 anni.]

Grazie per le vostre preziose considerazioni ;)
borgo1971
10 anni fa
L'ufficio preposto dalla regione FVG ha detto più volte di indicare comunque degli interventi di miglioramento, poi solo se ce ne sono con tempo di ritorni inferiore ai 10 anni il migliore verrà riportato sui cruscotti (ovvero la PRESTAZIONE ENERGETICA RAGGIUNGIBILE). Tutto sommato sono d'accordo che vedano inseriti anche interventi con tempo di ritorno >10 anni, sia perché tale tempo non è poi molto per la vita di un edificio, sia perché gli stessi potrebbero essere accorciati grazie ad eventuali incentivi (di cui non tengo conto nel calcolo del tempo di ritorno).
carmelo
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10 anni fa
Ne approfitto per domandare altre due cosette:

1) Giusto per evitare ulteriori dubbi, il tempo di ritorno totale è la somma dei singoli tempi dei singoli interventi?

2) Supponiamo che in un immobile senza riscaldamento propongo come intervento l'uso di una caldaia a condensazione con radiatori in alluminio, la coibentazione delle pareti e la sostituzione degli infissi. Posso scrivere questi tre interventi come un unico intervento ed avere un unico tempo di ritorno, oppure sono obbligato a scriverli separatamente?
luckying
10 anni fa
1) No ovviamente, se prevedi due interventi ad es. della stessa tipologia, isolamento esterno a cappotto e strutture orizz., dovrai fare il conto specifico di spesa e risparmio per l'insieme dei due interventi

2) in Piemonte si inseriscono gli interventi suddivisi in due categorie, impianto e edificio, direi una logica efficace, per cui nel tuo caso dividerei in due raccomandazioni distinte
borgo1971
10 anni fa

Posso scrivere questi tre interventi come un unico intervento ed avere un unico tempo di ritorno, oppure sono obbligato a scriverli separatamente?

Messaggio originale di carmelo:



Io vado un po' a "buon senso", nel caso specifico: avrebbe senso sostituire i soli serramenti su un edificio privo di coibentazione? Secondo me no… fare solo cappotto senza sostituire infissi e lasciare il riscaldamento simulato? probabilmente neanche… la sola realizzazione dell'impianto termico, probabilmente sì; ma potrebbe avere un senso anche una ottima coibentazione (sempre che sia possibile farla) che comprenda tutto l'involucro, al punto che la richiesta di energia si riduca talmente tanto da rendere secondario l'impianto; in ultimo si potrebbe provare a fare una simulazione integrata (magari riducendo lo spessore del cappotto a misure commerciali.
Tra l'altro ritengo che per un risultato ottimale, cappotto ed infissi vadano fatti insieme, coibentando anche le mazzette ed i davanzali.
P.S. Un intervento spesso trascurato ma da cui ottengo sempre buoni tempi di ritorno, è la coibentazione del solaio verso sottotetti non riscaldati…
carmelo
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10 anni fa
Dunque, per esempio:

APE iniziale con Epgl: 200, Classe G.

Intervento 1: Caldaia condensaz e radiatori._________Epgl nuovo: 100/Classe F.___Costo:5000€_____T. di ritorno: 4 anni.
Intervento 2: Isolamento pareti+solaio. ______________Epgl nuovo: 80/Classe F._____Costo:3000€_____T. di ritorno: 5 anni.

Per il calcolo del tempo totale e della prestazione globale totale si deve fare una ulteriore simulazione del progetto ed inserire tutti e due gli interventi, valutando il tempo di ritorno con la somma del costo dei due interventi? Oppure come?

E poi, non importa se la classe energetica a valle dei singoli interventi risulti alta?

Grazie ancora
santo
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10 anni fa

Dunque, per esempio:

APE iniziale con Epgl: 200, Classe G.

Intervento 1: Caldaia condensaz e radiatori._________Epgl nuovo: 100/Classe F.___Costo:5000€_____T. di ritorno: 4 anni.
Intervento 2: Isolamento pareti+solaio. ______________Epgl nuovo: 80/Classe F._____Costo:3000€_____T. di ritorno: 5 anni.

Per il calcolo del tempo totale e della prestazione globale totale si deve fare una ulteriore simulazione del progetto ed inserire tutti e due gli interventi, valutando il tempo di ritorno con la somma del costo dei due interventi? Oppure come?

E poi, non importa se la classe energetica a valle dei singoli interventi risulti alta?

Grazie ancora

Messaggio originale di carmelo:




La classe non significa nulla!
Dal tuo esempio si evince nel caso di intervento1 un dimezzamento dell'Epgl, quindi un dimezzamento dei costi (circa) che non è poco come risultato, anche se mi sembra strano il costo ( 5000 euro), ancora più strano il tempo di ritorno 4 anni.
Risparmi circa 1200 euro l'anno cambiando caldaia??
carmelo
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  • Classe E Creatore della discussione
10 anni fa
No no lascia stare i numeri, non messi a caso per fare solo un esempio. Avrei dovuto dirlo prima, scusate!
In realtà chiedevo solo come ottenere la prestazione globale totale, se somma di quella a valle dei singoli interventi oppure simulando un nuovo progetto inserendo tutti e due gli interventi. Ed inoltre, se corretto calcolare il tempo di ritorno totale considerando la somma dei singoli costi (5000+3000) e considerare l'Epgl come somma dei singoli valori (100+80).

tecnoi
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  • classe D
10 anni fa
Sono d'accordo sul fatto che è corretto analizzare la "convenienza" del tempo di PAY-BACK in relazione alla durata dell'intervento. Spesso però, secondo me, i tecnici si dimenticano, forse per mancanza di conoscenza in materia, di ragionare anche sugli indici finanziari dell'investimento. Se è verosimile, infatti, che un intervento sull'involucro edilizio ha benefici sull'edificio per un tempo che può arrivare a 30 anni o più e quindi può essere considerato "vantaggioso" anche un PAY-BACK TIME di poco maggiore ai 10 anni, è altresì vero che la proiezione economica che facciamo perde di affidabilità man mano che allunghiamo i tempi di valutazione, soprattutto con i tempi attuali; l'assunzione dei valori di tasso di attualizzazione dell'investimento e di tasso di variazione del costo dei combustibili può essere sensata oggi, ma essere completamente fuori logica fra 10 anni.
Per questo io sono dell'idea che nei certificati, nelle varie configurazioni locali, non dovrebbero essere consigliati, motivandone la ragione, interventi migliorativi con tempi di ritorno maggiori di 10 anni.
Per quanto riguarda ARES FVG, anch'io certifico ogni tanto qualcosa in Friuli Venezia Giulia ed applico il criterio di cui sopra, motivando eventualmente l'assenza di ipotesi migliorative. Attendo che mi chiamino per confrontarmi con loro.
carmelo
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  • Classe E Creatore della discussione
10 anni fa
Ok che la classe a valle dei singoli interventi non significa nulla.
Ma i singoli interventi devono far rientrare l'EPgl entro dei limiti di legge?
Grazie ancora
franlafo
10 anni fa

Ok che la classe a valle dei singoli interventi non significa nulla.
Ma i singoli interventi devono far rientrare l'EPgl entro dei limiti di legge?
Grazie ancora

Messaggio originale di carmelo:




fANTASTICA DOMANDA..che apre una discussione sulla equiparazione della certificazione en alla diagnosi energetica di qualità.
Per ora se ne fa un bel parlare a livello normativo ma nulla di concreto! E per diagnosi di qualità significa altrettantemente molto ben remunerata. Quali sono poi le condizioni pattuite con il cliente?, perchè entrare nell'approfondimento dei parametri quali rendimento globale od EPgl significa progettare a preventivo delle soluzioni che devono garantire un risultato..
Se sono queste le premesse allora dipende da che interventi sugeerisci. Se proponi una coibentazione, inquadri il problema come ristrutturazione in edificio esistente, quindi ti dovrai preoccupare del rispetto delle trasmittanze a ponte termico corretto e basta o delle trasmittanze degli infissi. Se poi sei in ristrutturazione rilevante dovresti preoccuparti del grado di copertura delle fonti rinnovabili.Se proponi un certo intervento sull'impianto saresti in ristutturazione di impianto termico e quindi ti devi proporre di rispettare il rendimento globale di impianto.
Per 10000,000 euro si può fare, ...tanto poi leggo che con il DL 91/2014 integrati con la legge 116/2014 NON SONO DOVUTI I CALCOLI SULLA RISPONDENZA AI CONSUMI ENERGETICI, e di conseguenza il deposito ad un ente pubblico delle relazioni, NEI CASI DI INSTALLAZIONE DI POMPE DI CALORE AL DI SOTTO DI 15 KW, quindi mi chiedo di che ti preoccupi, scrivi quello che vuoi, tanto siamo oramai alla frutta!🤬 😠

lbasa
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10 anni fa

fANTASTICA DOMANDA..che apre una discussione sulla equiparazione della certificazione en alla diagnosi energetica di qualità. Per ora se ne fa un bel parlare a livello normativo ma nulla di concreto! ...


Comprendo lo spirito ma non è facile porre una legislazione che comprenda capra e cavoli.

L'ufficio preposto dalla regione FVG ha detto più volte di indicare comunque degli interventi di miglioramento ..


Anche se scopo dell'APE è il promuovere azioni successive che portino a riduzione consumi (o meglio riduzione EP), e le azioni sono diverse:

... Se sono queste le premesse allora dipende da che interventi sugeerisci. ...


la certificazione si ritiene conclusa nel momento in cui viene fotografato energeticamente l'edificio.
La certificazione si applica ad edifici nuovi ed esistenti.

L'obbiettivo della diagnosi è capire in che modo l'energia venga utilizzata, quali siano le cause degli eventuali sprechi; configura poi un piano che considera la fattibilità non solo tecnica ma anche economica delle azioni proposte.
La diagnosi ha significato solo per gli edifici esistenti.

La certificazione fotografa lo stato di salute dell'edificio tramite un consumo energetico convenzionale; la diagnosi (sull'esistente) analizza lo stato di salute (ed esamina la validità dell'utilizzazione della versione in APE di tale stato di salute) e ne fa un'analisi approfondendo le condizioni di funzionamento e la gestione del sistema edifico-impianto; le sue finalità (audit energetico) sono l'individuare le criticità nelle prestazioni energetiche e le possibilità di miglioramento globale di queste.
Ad esempio la certificazione non si occupa di ergonomia, benessere, costi di gestione.

... tanto siamo oramai alla frutta!🤬 😠


Sbagliato, abbiamo ridotto la frutta. Da Coldiretti:
"Crisi: Coldiretti, consumi frutta al minimo secolo -100Kg a famiglia".