Salve ragazzi,
sono nuovo di questo forum e ho fatto un po di fatica a trovarlo ma penso che sia il posto giusto per postare questa discussione.
Ho già pubblicato la stessa discussione su altri forum ma senza avere ricevuto nessuna risposta tranne una che evidenziava il fatto che i quesiti erano troppo tecnici.
Non penso i quesiti siano troppo tecnici e d'altronde anche se non esercito la libera professione, sono sempre un ingegnere con alcuni ricordi di termo/fluido-dinamica.
Spero di potere ricevere un vostro aiuto o almeno degli spunti per potere avviare una discussione critica.
Veniamo ora al punto.
Faccio una premessa. A casa ho già un sistema tradizionale di riscaldamento (caldaia a metano) per cui pensavo di installare un camino semplice, di quelli aperti per intenderci, più per 'compagnia' e per farci qualche buona bistecca alla brace che per altro.
Poi, riflettendo sulle rese dei camini aperti (inferiori a 20-25%), e anche perché sono belli da vedere, la mia scelta si è spostata sui camini chiusi.
Il passo successivo è stato automatico: visto che avrei dovuto fare un investimento tanto valeva farlo fruttare e quindi riscaldare anche altre camere oltre al soggiorno dove dovrei installare il camino.
Io abito in un paesino dove la corrente elettrica va via spesso per cui ho abbandonato l'idea di un termocamino colllegato all'impianto a radiatori e ho optato per un camino ad aria a ventilazione forzata.
La scelta è caduta, per il momento, sul CLAM Favilla 5.85, con ventilazione forzata (ventilatore da 700m3/h con 35 mmH2O di prevalenza), che penso sia di buona/ottima qualità.
Il problema è legato al fatto che per riscaldare altre camere (la parte notte) ho bisogno di una condotta di almeno 10-12 metri.
Il manuale di installazione CLAM suggerisce due tipologie di condotte:
1) ad anello, con lunghezza totale inferiore a 12 m
2) due condotte, ciascuna con lunghezza inferiore a 6 m.
In entrambi i casi non riuscirei a raggiungere il punto desiderato.
Mi chiedo, e vi chiedo, se invece di avere due condotte da 6m con 350 m3/h ciascuna, posso convogliare tutto in un unico condotto (700m3/h) lungo 12 metri o più.
Perchè la CLAM sconsiglia di superare i 6 metri?
Se il problema è legato alle perdite di carico sarebbe sufficiente aumentare la sezione della tubazione. Ho trovato un bel sito (http://www.claredot.net/it/sez_Aeraulica/perdita_canali_circ_aria.php) per il calcolo delle perdite di carico di tubazioni per aria. Per avere le stesse perdite di carico di una condotta da 6 m (+ 2 curve), 120 mm diametro con 350m3/h utilizzando un condotto di 9 m (+2 curve) e 700 m3/h è sufficiente aumentare il diamentro a 170 mm.
Dal sito di fluidodinamica, di cui sopra, ho trovato che la perdita di carico in un condotto circolare metallico (D= 170 mm; L = 9 m), per una portata di 700m3/h è di circa 12 mm H2O (Caduta di pressione dinamica totale).
Questo significa che la prevalenza e quindi la portata si riduce di circa il 30%?
Forse questo potrebbe essere un motivo valido per cui la CLAM suggerisce di non superare la lunghezza massima delle condotte.
E anche vero che, con opportuni accorgimenti (diametro maggiore, materiale a bassa rugosità, etc) si possono ridurre queste perdite di carico.
Per esempio se invece di utilizzare un tubo flessibile metallico (rugosità parete interna = 1.7 mm) utilizzassi un tubo flessibile in plastica (rugosità parete interna = 1.2 mm), le perdite di carico si ridurrebbero da 12 a 10 mm H2O.
Ancora meglio se si lavora sul diametro della condotta: ad esempio se da 170 passiamo a 180 mm, le perdite si ridurrebbero da 12 a 8 mm H2O.
Se il problema è, come mi ha anche confermato un tecnico della CLAM,, legato alla dispersione termica, sarebbe sufficiente utilizzare un condotto con un isolamento termico migliore (trasmittanza termica lineare più bassa)?
Dove è l'inghippo?
Grazie
Floriano