E' vero che nel confine di passaggio tra una muratura e l'altra i flusso non è perfettamente perpendicolare alle superifici, quiindi le isoterme si deformano rispetto al perfetto parallelismo, come dice Toppler.
Però la variazione sarà sul secondo o terzo decimale, cioé trascurabile. Per curiosità ho provato con Therm a vedere la possibile differenza nel considerare come parete un pilastro da 400 ed uno da 1.000: se calcolo nei due casi i pilastri come pareti, la differenza rispetto al valore del coeff. di accoppiamento termico mi risulta inferiore all'1%.
Quindi ha ragione Toppler e torto io, dal punto di vista teorico il PT c'è sempre, ma dal punto di vista sostanziale o consideri il pilastro tutto come PT o come due pareti senza PT.
Il limite che chiedi non direi sia teorico, ma pratico: quando ho una piccola discontinuità, pilastro da 300-400-500, è pratico considerare il PT e non suddividere la parete, penso ad es. al computo degli ombreggiamenti; quando questa discontinuità è rilevante, ad es. l'equivalente di un sottofinestra, ha maggiore praticità pensare alle due pareti, anche perchè il PT avrebbe valori molto alti. Qulaunque decisione si prenda non si commettono mi pare approssimazioni rilevabili.