reynold
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7 anni fa
Salve nel fare un APE per un'abitazione mi trovo con pompa di calore 4kW (split aria-aria) e caldaia 24 kW quindi doppio generatore.
Ho proceduto in questo modo inserendo i due generatori nella sezione impianto in questo ordine
1) Pompa di calore
2) Caldaia
Distribuzione edificio di riferimento: idraulica

Ho inserito i dati correttamente?
grazie
albertop
7 anni fa
Se il 31 dicembre si riscaldano con la pompa di calore a palla e quando serve si attiva la caldaia si, i dati sono stati inseriti correttamente.
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garcangeli
7 anni fa
Sono un po' perplesso per la risposta.
Per l'APE, a meno che non abbia a disposizione il progetto termico che dica diversamente, deve comunque attenersi alla tabella 6 della UNI-TS11300-4. Poco conta se utilizzano poi effettivamente la PdC o meno: l'eventuale arbitraria scelta dell'utente non rientra nell'uso standard, che invece lui deve osservare per la redazione dell'APE.

La domanda in effetti è un'altra:
Quale riga della tabella 7 del DM req. min. è la scelta più opportuna per le PdC ad espansione diretta...

A me sembra che non abbiano per nulla le idee chiare e che sia solo un punto di partenza per evoluzioni future...
....0,81 0,82 0,83.... Davvero differenze sostanziali!!
albertop
7 anni fa
Non voleva essere una risposta ma più una semplice "provocazione". Non tanto rivolta a chi ha iniziato il thread ma al meccanismo in se che in questo caso è insufficiente.

Questa è una situazione abbastanza comune. Mi sembra di vedere l'abitazione dei miei (anziani) suoceri:

pompa di calore 4kW (split aria-aria) e caldaia 24 kW

Messaggio originale di reynold:


Ora, se un tecnico in fase di sopralluogo ponesse la domanda a mio suocero; "ma questo split in sala da pranzo viene usato nella stagione invernale?" mio suocero risponderebbe: "Certo che lo uso! Quando ceno mi piace stare al caldo e quando mi siedo sul divano a guardare *il segreto* voglio che ci sia caldo in casa". Lo split in questo caso viene utilizzato per portare la temperatura a 24 gradi e non a mantenerla a 20 ... Ma se nella stessa abitazione ci vado ad abitare io, la pompa di calore in inverno non l'attivo mai. Mia moglie ha caldo a 18 gradi, come la mettiamo? Per questo sono stati imposti degli standard.

Altro ragionamento: quella pompa di calore esiste ed io certificatore la devo comunque considerare. Benissimo. Ma in che modo la si può considerare? Nelle norme tecniche non si fa esplicito riferimento allo "split" posizionato all'interno di una stanza. Ogni volta che si chiede qualcosa al CTI sull'argomento, viene usato in risposta solo il condizionale dubitativo ...
Perlomeno avessero scritto di attribuire una quota massima di fabbisogno termico utile da attribuire allo split nel caso di impianti bivalenti in cui lo split non è il generatore principale (come si fa con la biomassa). Lo avremmo inserito nel software. Ma neanche quello hanno scritto.

Non è facile rispondere a questa domanda. E non spetterebbe a noi come software house rispondere. Ma tant'è ci è stata posta e a volte se non si risponde, sembra che non lo si voglia fare.

Se un impianto di quel tipo

pompa di calore 4kW (split aria-aria) e caldaia 24 kW

Messaggio originale di reynold:


è localizzato in una abitazione sufficientemente isolata dal punto di vista termico, magari in zona climatica C, e si tratta di un impianto con split canalizzato/multisplit (ovviamente l'autore del thread non lo ha specificato) che prevede come generatore principale la pompa di calore e la caldaia viene usata per la produzione di acqua calda sanitaria e come integrazione/backup del riscaldamento la mia risposta era corretta. Nessuna perplessità.

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albertop
7 anni fa
Dimenticavo: per quanto riguarda l'edificio di riferimento, la distribuzione è mista dal momento che c'è la presenza contemporanea di impianto ad acqua e ad aria. Ma distribuzione ad aria significa che ci sono i canali oppure basta lo split?
Neverending story.😂 😂 😂
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