ffmastroeni
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8 anni fa
Buongiorno a Tutti,
sto certificando un laboratorio artigianale al cui interno hanno realizzato una zona uffici.
La zona uffici, non rispetta i rapporti aero-illuminanti (non ha aperture se non nei bagni) e dovrebbe essere alimentata da una UTA mod. Aermec UTF 21P.
Ho scritto dovrebbe perché sul libretto di impianto non è riportata.
Premetto che non sono una esperta di impianti di condizionamento.
Ho quindi 2 problemi:
1. TECNICO: Come considero il contributo della UTA alla climatizzazione estiva e invernale (12KW e 16KW)?
2. DEONTOLOGICO: considerato che un impianto UTA doveva essere necessariamente installata, non essendo garantito il ricambio d'aria minimo previsto, come vi comportereste? Operando in Veneto poi, mi trovo con 2 libretti di impianto: uno per la caldaia ( 31,4 KW per risc + acs), uno per una macchina frigorifera (27,4 per climatizzazione estiva AERMEC AN1007A).

Grazie
lbasa
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8 anni fa
Buonasera.
Confrontando questi dati con quelli di un Tuo precedente post, mi pare che solo gli uffici siano climatizzabili e non il laboratorio. E l'UTA indicata non sono nemmeno riuscito a trovarla in produzione; quindi capisco che parliamo di stato attuale ben diverso dallo stato iniziale o previsto.

... 1. TECNICO: Come considero il contributo della UTA alla climatizzazione estiva e invernale (12KW e 16KW)? ...


L'UTA rappresenta sia un terminale di emissione sia il contributo di ventilazione meccanica; in MC c'è la sezione "Trattamento Aria" nella scheda Impianti; sezione nella quale inserire, per l'UTA, la sua batteria di scambio con portata e salto termico; la batteria è alimentata dalla caldaia d'inverno e dal refrigeratore d'estate (che sono i veri generatori da inserire nella sezione "Generatore").
Ora è buffo Tu abbia i due libretti per i due generatori stagionali, ma non hai il terminale chr scambi con l'aria ambiente; sicura non ci siano altri elementi?

... 2. DEONTOLOGICO: considerato che un impianto UTA doveva essere necessariamente installata, non essendo garantito il ricambio d'aria minimo previsto, come vi comportereste? ...


Deontologicamente siamo spesso battuti dai regolatori locali (Comune, ASL) che consentono luoghi di lavoro chiudendo gli occhi sui requisiti d'igiene; io imporrei il ripristino della ventilazione meccanica; e spesso mi adeguo a perdere la commessa.

garcangeli
8 anni fa
Nel caso di solo APE direi che il problema deontologico specifico evidenziato sia marginale...
Se mancasse la valvola intercettazione combustibile allora non si potrebbe redigere la certificazione?
E se la trasmittanza individuata fosse superiore ai limiti di legge vigenti alla data di costruzione?
Se comunque per le tue competenze individui una irregolarità è opportuno segnalarla per iscritto, ma non la riporterei nell'APE
ffmastroeni
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8 anni fa
Anzitutto grazie e mi scuso ma ieri ero fuori ufficio.
Ho scritto alla regione Veneto per avere chiarimenti: i due libretti, nascono da due ditte manutentrici diverse e ho il problema che non so quale libretto associare all'APE (in Venet esiste il CIRCE, il catasto energetico digitale degli impianti, per cui ogni APE è digitalmente collegato all'impianto registrato). Ho scritto 2 volte, ma non hanno risposto. Inoltre ho qualche dubbio sulla destinazione d'uso da indicare nell'APE, perchè è vero che è relativo agli uffici (E.2) ma di fatto si tratta dell'APE associato alla vendita di tutto lo stabile.

Per la UTA, ho compilato la parte del programma relativa al trattamento aria. Ma ho alcuni dubbi:
- dove chiede la "Potenza effettiva della somma dei ventilatori" ho indicato la potenza del motore della UTA (sez. IMPIANTO- VENTILAZIONE- Distribuzione Aeraulica)
- nella sezione " Trattamento ARIA", l'opzione batterie di riscaldamento (quindi, portata nominale del flusso d'aria, le relative temperature di ingresso e uscita) non l'ho selezionata perchè non presente come accessorio alla UTA.
Mi chiedevo però, come computare ai fini energetici il contributo in raffrescamento e riscaldamento. Ovvero, i 12KW e i 16KW che la UTA fornisce, dove li indico?