Premetto che il tono della "citazione" sul fondo del mio profilo è ironico e non vuole essere in alcun modo offensivo.
Il calcolo dei ponti termici può essere eseguito o tramite gli abachi della UNI EN ISO 14683 o, tramite metodologie di analisi numerica o F.E.M., mediante le procedure definite dalla UNI EN ISO 10211 , Appendice C.
Supponiamo di utilizzare la Norma UNI EN ISO 14683.
Dopo aver scelto la tipologia di ponte termico più adatta al tuo nodo strutturale (ad esempio la C2), la Norma ti fornisce 4 valori:
psi_e - trasmittanza lineica esterna del ponte termico, ossia relativa a calcoli delle dispersioni riferiti alle lunghezze di parete calcolate dall'esterno
psi_i - trasmittanza lineica interna del ponte termico, ossia relativa a calcoli delle dispersioni riferiti alle lunghezze di parete calcolate dall'interno
psi_oi - vedi quanto scritto sopra, ma riferita alla centralità della parete
L2d - coefficiente di accoppiamento termico.
Questo ultimo valore è ottenuto mediante procedure di calcolo complesso agli elementi finiti o con altri metodi numerici e rappresenta, detto in maniera un pò "folkloristica", l'extraflusso che si genera nel nodo di intersezione a causa del ponte termico.
Non a caso, la formula riportata a pag.3 della UNI EN ISO 14683, cita:
psi=L2d - sommatoria(L_i * U_i)
dove:
L_i è la lunghezza del tratto a cui è applicata la trasmittanza U_i
I valori di L2d e, di conseguenza, di psi che deriverai, sono, come specificato in Appendice B, quelli massimi ottenibili per accoppiamenti similari (cautelativi).
Da quì in poi, il quadro Normativo è disgustosamente buio...
Molti confrontano la trasmittanza della parete fittiza (zona intersezione), ossia la trasmittanza della porzione di nodo interessata dalla discontinuità, confrontandola con quella della parete corrente e, quelli più "facoltosi", si cimentano in arretramenti delle pilastrature con pesanti strati di isolante e altre marchingegni cantieristici vari, al fine di ottenere trasmittanze quanto più prossime a quelle della parete corrente.
Tutto ciò, ossia l'individuazione della parete corrente, è facile per un pilastro intermedio, ma meno per uno di angolo...per non parlare, poi, delle solette di piano e dei balconi!!!
Mi viene da pensare, perciò, che chi ha scritto la Norma non abbia ben chiaro poi come si arrivi in fondo ad un progetto, ossia in cantiere!!!
Vorrei invitarti anche a leggere quanto "narrato" (e quì Alberto mi tira con un M4 5.56 NATO, caricato a full metal jacket!!!) in un FORUM della concorrenza qualche anno fa:
http://www.mc4software.com/newL10/newL10-05.htm Il metodo che utilizzo (ma è opinione di molti), prevede il calcolo della trasmittanza equivalente del ponte termico dalla psi del ponte stesso.
Non è rigoroso, ma non è nemmeno opinabile, data la farraginosità della Norma in tal senso.
Allego pdf contenente, a pag.6 quanto specificato al riguardo nel corso IUAV:
http://www.ordine.ingegneri.vi.it/db_img/formazione/VI_14_11_06_P2.pdf K=psi/d, dove per d si intende la larghezza della zona "fittizia", ossia della intersezione tra strutture.
E' più facile calcolare la zona di influenza del ponte che la sua trasmittanza analitica.
Si confronta K con la U della parete corrente e, se come chiede la Norma, supera la trasmittanza limite per più del 15%, si procede alla verifica della U media di parete.
Rispondendo, infine, alla tua ultima domanda, il valore da utilizzare per il ponte, se leggi meglio, non è 0.3815, ma psi=0.21 W/mK, riferendoti alle dimensioni interne.
Chiedo scusa se posso essere sembrato prolisso...
Modificato dall'utente
14 anni fa
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Motivo: Non specificato