emanuelsa
9 anni fa
Io penso che il calcolo degli apporti gratuiti sia giusto farlo a livello di Zone e dove ogni zona corrisponde ad una unità immobiliare tutto torna. Il caso strano che ho segnalato si ha quando una unità abitativa la si inserisce suddividendola in piu zone (ad esempio per risolvere il calcolo del raffrescamento in una porzione del volume totale riscaldato).

Sono sincero, il tuo ragionamento non l'ho capito.
In un condominio gli apporti gratuiti interni da considerare sono quelli calcolati per ogni singola unità immobiliare.
Non si deve prendere la superficie totale dell'edificio e calcolare la potenza degli apporti gratuiti ma si calcola la potenza degli apporti di ogni singola unità immobiliare in base alla propria superficie in pianta e poi si sommano le potenze delle varie unità immobiliari.
garcangeli
9 anni fa
Mi pare un po' più sensato...

Il problema che emanuelsa vuole evidenziare è che essendo Apporti interni e ACS non lineari (o lineari a tratti) suddividere in più zone ed indicare in ciascuna la superficie propria nella definizione di AI e ACS porta a sovrastime di entrambi.

L'ACS mi sembra la cosa più semplice perchè, viaggiando per conto suo la si potrebbe mettere tutta solo in una zona e non nell'altra... tra l'altro, previsto dalla UNI TS 11300-2, si potrebbe fare una zona solo per ACS.
Devo approfondire l'aspetto dei recuperi che fine fanno, potrebbero "rompere", ma è poca roba.

Per Apporti Interni si potrebbe fare altrettanto (es. tutti in quella solo riscaldata), ma poi la zona anche raffrescata si trova avvantaggiata nel calcolo della formula 2 di uni ts 11300-1.

Ciascuna voce dell'elenco degli apporti interni è selezionabile come per riscaldamento e/o raffrescamento.
Hai provato a fare una sola zona e assegnare gli apporti interni corrispondentemente con la spunta?
Potresti poi fare 2 ambienti, uno solo riscaldato e uno riscaldato e raffrescato, e lì indicare correttamente le superfici disperdenti (anche i tramezzi per la parte raffrescata, spuntando opportunamente se lavorano in risc o in raff) e verso dove disperdono... ti servirà una zona non climatizzata come quella solo riscaldata per modellare verso dove disperde l'ambiente raffrescato.

Tempo fa c'era un problema sulle somme delle superfici disperdenti, dovrebbe essere stato risolto.

Presto provo a simulare qualcosa così
emanuelsa
9 anni fa
Esatto, per l'ACS il problema non c'è, si mette tutta in una zona (non avevo pensato a cosa puo' succedere ai recuperi) oppure come per gli apporti interni inserisco nelle due Zone, nella parte Acqua calda sanitaria, delle superfici in pianta fittizie che alla fine mi portano (sommando i lt/giorno delle due zone) ad avere i fabbisogni giornalieri di ACS che voglio ottenere.

Mettere tutti gli apporti nella zona solo riscaldata non credo possa andare bene.
Ho visto che secondo me occorre metterli in entrambe le zone, mettendo in entrambe le zone la spunta in maniera che vengano considerati sia in riscaldamento che in raffrescamento.
Perchè questo :
- in riscaldamento entrambe le zone hanno i loro apporti gratuiti considerati correttamente, poi i fabbisogni di energia utile delle zone sommati vengono presi in carico dalla sezione Impianto (inserita a livello Edificio) che gli applica i rendimenti. Anche come fattore di utilizzazione degli apporti gratuiti è meglio cosi, ogni zona avrà la sua quota parte di apporti che vanno in sottrazione alle dispersioni. Se metto gli apporti tutti da una parte (in una sola zona) una zona ha zero apporti e l'altra ne ha troppi e non so se il fattore di utilizzazione degli apporti in questo modo calcola correttamente.
- in raffrescamento mettendo la presenza degli apporti interni in entrambe le zone avro' calcolato correttamente il fabbisogno di energia termica utile dell'involucro per il raffrescamento Estivo (EPC,nd). Questo parametro credo vada calcolato sull'intero involucro a prescindere dalla porzione effettivamente raffrescata.
Poi inserendo l'impianto di raffrescamento solo nella zona interessata e la relativa superficie in pianta raffrescata, su questa zona il calcolo prosegue con il valore del EPC.

Comunque appena ho tempo anche io provo a simulare come dici tu (2 ambienti invece che due zone), potrebbe essere un'altra procedura praticabile.
Cosi su due piedi mi viene da pensare che possa creare problemi con la ventilazione dato che non è considerabile per il solo riscaldamento ma viene considerata per forza anche in raffrescamento.

Comunque quante valutazioni a causa di un maledetto raffrescamento solo in alcuni locali.... 😠
Allian76
9 anni fa
Forse mi sono spiegato male, ma per la nostra normativa il sistema è edificio-impianto, tant'è che per fare la legge 10 di un condominio con riscaldamento centralizzato potrei anche evitare di dividerlo in zone (tralasciando quello che abbiamo fatto noi per le parti raffrescate) giusto? A questo punto anche se inserite 1000 mq il valore degli apporti interni è sempre 450w oppure mi sono perso qualcosa.
garcangeli
9 anni fa
Hai provato a dare una lettura critica al prospetto 14 della uni ts 11300-1???
Da dove provengono gli apporti interni?
Come puoi pensare che un appartamento di 300mq possa avere apporti interni come 5 da 60mq? e consumi di ACS uguali?
Se in 60mq ci abitano mediamente 3 persone, in quello 300 ce ne abitano 15? Oltre a essere ricco è anche un sacco prolifico.... 🙂
magari in una valutazione adattata all'utenza se quello da 300 è affittato a stanze....
Allian76
9 anni fa
Scusa non voglio urtare la sensibilità, ma credo che il tono mio fosse diverso, ho premesso nel mio post che ragionavo a voce alta e ho fatto un esempio limite di un condominio oggetto di causa.

Concordo con te e con emanuelsa che ovviamente un appartamento da 300 mq non è uguale a 5 da 60 mq, conosco anche il prospetto a cui fai riferimento, ma se non sbaglio è nel paragrafo della valutazione adattata all'utenza che in caso di nuova costruzione neanche è attivabile (dal menu a tendina) su MC11300, quindi mi devo accontentare della valutazione sul progetto o standard che prevede 450 w per Af > 120 mq (Af è definito come superficie utile di pavimento di cosa? boh zona, fabbricato, edificio????), e questo è quello che dice la norma, poi sono anche consapevole ovviamente che un condominio non può avere solo 450 w ma questo come direbbe il mio collega è buona pratica (leggi lavoro del termotecnico).

Ma....

Domanda:
Esiste un appiglio legislativo in cui si dice che per il condominio gli apporti globali si calcolano appartamento per appartamento? (lavoro o problema del termotecnico in Italia)

Ricordo che a norma di legge noi discutiamo di sistema "edificio - impianto" e come tale nella 11300-1 edificio è definito come singolo pezzo di fabbricato, fabbricato intero o somma di fabbricati se alimentati da un impianto unico.

Posso aspettarmi anche che non ci sia una risposta chiara e per l'appunto confrontarmi con voi sulla metodologia operativa che seguite.

In ultimo per tornare al problema, se creassimo una zona senza generatore e senza superfici disperdenti ma con solamente gli apporti interni e magari ACS il software ne terrebbe conto in esatto modo?
garcangeli
9 anni fa
UNI TS 11300-1 13.1.1 Per il residenziale parla di ABITAZIONI di categoria E.1.1 E.1.2 non di interi edifici. Quindi io intendo che per ciascuna abitazione presente in quello che devo trattare uso la formula 48.

La lettura critica era relativa al prospetto ed alla formula 9 di UNI TS 11300-1 dove si richiede di sommare ciascuna sorgente, quindi un palazzo residenziale sia che lo suddividi in x appartamenti da 70mq sia che lo consideri unica zonona, sempre le stesse persone ci sono perchè ti discendono comunque dalla suddivisione in x appartamenti. E non si discosta concettualmente dall'approccio 13.1.1, potranno uscire numeri diversi, ma non ti cambia l'ordine di grandezza.
emanuelsa
9 anni fa
Provo a dire come la penso io :

La riga esatta nella normativa in cui si dice in maniera esplicita che gli apporti vadano calcolati per Singola Unità abitativa e non per superficie totale dell'edificio non so quale sia ed è probabile che non ci sia. Ad ogni modo credo che considerare gli apporti calcolati sulle singole U.A. e poi sommare sia il criterio piu sensato che ritengo inattaccabile da qualunque contestazione.

In un caso di condominio con impianto termico centralizzato in sede di progettazione dell'edificio e quindi di redazione del calcolo e relazione L.10/91 io comunque modellerei il calcolo per zone tante quante sono le U.A., mi sembra la procedura piu comoda e piu' razionale. I fabbisogni energetici di zona mi sarebbero utili poi per tutta una serie di valutazioni successive.

Se ti fa comodo inserire i dati in MC11300 come edificio globale senza dividere in zone, nella sezione degli apporti gratuiti interni è possibile inserire (con Aggiungi) tante righe quanti sono gli appartamenti inserendo in ogni appartamento la propria superficie in pianta. In questo modo (se anche tu concordi con noi con il criterio giusto da seguire) gli apporti gratuiti verrebbero quantificati con il criterio della somma degli apporti delle varie U.A. e non come calcolo riferito alla superficie complessiva dell'edificio.
Per i fabbisogni di acqua calda sanitaria si puo fare la stessa cosa inserendo tante righe con Aggiungi.

L'ipotesi di creare una zona dedicata all'inserimento degli apporti interni non mi sembra corretta per le motivazioni che ho spiegato al messaggio #53 precedente.
MarcoG
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9 anni fa
Ho tentato varie simulazioni seguendo i dubbi/suggerimenti del forum per quanto riguarda il caso di zona riscaldata non coincidente con zona raffrescata (split solo in alcune camere).
1) seguendo il suggerimento di albertop (#30 con 2 zone, 1 solo scaldata ed una solo raffrescata) la superficie su cui poi vengono calcolati i vari EP nella versione 2.19 è quella calpestabile (non quella utile considerata somma tra quella di riscaldata e raffrescata).
2) considerando invece 1 zona riscaldata + 1 zona riscaldata e raffrescata ed "imbrogliando" il software con i suggerimenti di simo85, emanuelsa, Allian76, gargangeli inerenti potenze ACS ed apporti interni ottengo valori prossimi alla soluzione 1 .

Non so come allegare tabella con paragone valori, ad ogni modo immagino che gli scarti tra le soluzioni siano dovuti a miei imprecisioni nel modellare correttamente le 2 soluzioni, del resto percorrere la soluzione 2 è VERAMENTE parecchio intrigato come procedimento.
E poi mi è sorto il dubbio sui calcoli dei valori delle grandezze dell'Edificio di Riferimento che per le 2 soluzioni comunque risultano diversi.
emanuelsa
9 anni fa
Nei giorni scorsi ho provato a simulare seguendo la procedura che indichi come punto 2) Zona 1 riscaldata e raffrescata e zona 2 solo riscaldata. Non ho avuto tempo di scrivere qui nel forum la procedura passo passo e le risultanze ma appena ho un attimo lo faccio. Mi sembra che tutto torni. Alcune anomalie penso si siano risolte con l'installazione delle ultime versioni.
A me la procedura 2) non sembra cosi intrigata.
Hai verificato se hai riscontrato quanto indicavo nel messaggio #34 punto 1) e messaggio #36 punto 5) ?
MarcoG
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9 anni fa
Hai ragione scusa, il dubbio sui calcoli dei valori dell'edificio di riferimento mi ha distratto.
Confermo che considerando una zona solo raffrescata non ho trovato il modo di non far calcolare il Flusso termico per ventilazione Qve in riscaldamento invernale ed che gli apporti solari su componenti opachi e trasparenti sono nulli per tutti i mesi.

La soluzione 2) mi sembra intrigata perché occorre ricordarsi di "imbrogliare" il software in tutti quei passaggi per correggerne i risultati che altrimenti sarebbero errati.
Allian76
9 anni fa
Rianimo la discussione nella speranza che Mara e Alberto controllino, effettivamente se nella scheda fabbricato modifichiamo le dimensioni in pianta delle singole zone (riscaldata e riscaldata+raffrescata) le misure indicate non vengono prese da MC per sostituire quelle calcolate come somma delle due zone, e pertanto nella sezione risultati si continuano ad avere le stesse superfici utili sia in riscaldamento che in riscaldamento+raffrescamento
emanuelsa
9 anni fa
Come avevo promesso riassumo quanto riscontrato dall'ultima verifica che ho fatto :

Unità abitativa con 130,2 mq in pianta calpestabile di cui :

Zona 1 : Solo riscaldata : "101,2 mq." - Unico locale con le singole strutture disperdenti (in Trasmissione) spuntate sia per riscaldamento che per raffrescamento. Apporti interni spuntati sia per riscaldamento che per raffrescamento con superficie utile di pavimento con valore fittizio come spiegato nei messaggi precedenti

Zona 2 : Riscaldata e raffrescata : 29 mq. - Unico locale con le singole strutture disperdenti (in Trasmissione) spuntate sia per riscaldamento che per raffrescamento. Apporti interni spuntati sia per riscaldamento che per raffrescamento con superficie utile di pavimento con valore fittizio come spiegato nei messaggi precedenti

In Fabbricato:Edificio:Involucro Edilizio:Servizi inclusi nel calcolo spunto raffrescamento e inserisco superficie utile 29 mq.

Impianto termico inserito a livello di Edificio

Impianto di raffrescamento inserito a livello Zona 2

Acqua calda sanitaria inserita a livello di Zona 1 come fabbisogno di energia utile e a livello di Edificio come impianto

Nei risultati si ha :

I fabbisogni di energia termica utile dell'involucro sia per il riscaldamento che per il raffrescamento sono calcolati considerando le dispersioni/rientrate di calore di tutto il volume dell'unità abitativa (quindi anche della parte non raffrescata) e sono rapportati alla superficie in pianta totale di 130,2 mq. Ritengo che sia corretto.

Il fabbisogno di energia primaria per riscaldamento e relativo indice EPH viene calcolato considerando l'energia primaria delle due zone rapportata alla superficie in pianta totale riscaldata di 130,2 mq.

Il fabbisogno di energia primaria per raffrescamento e relativo indice EPC viene calcolato considerando l'energia primaria della Zona 2 rapportata alla superficie in pianta di 29 mq.
garcangeli
9 anni fa
Perchè in Zona 2 non metti le superfici disperdenti verso la zona 1 per il solo raffrescamento?

Come hai trattato le capacità termiche? in ciascuna zona quella di propria competenza?

Perchè non fai una zona non climatizzata come la zona 1, verso cui disperde la zona 2 in raffrescamento?
Io ho tentato di far diventare non climatizzata una zona nata come climatizzata... invano!!!
Al contrario funziona: potresti fare la zona 1 non climatizzata, duplicarla e poi cliccare la spunta climatizzata, attenzione alle temperature (c'era un post di Alberto in proposito, se ricordo bene).

Gli apporti solari forse vengono sottostimati in raffrescamento, non mancano quelli che arrivano dalla zona 1 alla zona 2 nel caso di raffrescamento?
Ma forse è una considerazione più accademica che altro: nei casi reali se è solo parziale la climatizzazione estiva il CDZ sarà dove fa più caldo... mica l'avranno messo solo nelle stanze a nord...
emanuelsa
9 anni fa
Hai centrato il problema :
nella zona 2 (Riscaldata e raffrescata) si dovrebbero inserire le superfici disperdenti verso la zona 1 (solo riscaldata), spuntando in "Trasmissione" il calcolo solo in raffrescamento, in sostanza le superfici disperdenti interne alla U.A. che delimitano le due Zone.
Inserendole pero' succede che, mentre il calcolo dell'energia primaria per il raffrescamento estivo, che considera solo la Zona 2, viene corretto, il calcolo dell'energia termica utile dell'involucro per il raffrescamento (e relativo indice EPC,nd) contiene entrambe le zone, con le superfici esterne dell'involucro complessivo dell'U.A. con in piu anche le superfici divisorie interne tra le due zone.
A questo punto occorre decidere, nel senso che se i fabbisogni di energia utili dell'involucro è corretto che siano calcolati sull'intero involucro (a prescidere dai locali effettivamente raffrescati) le superfici divisorie tra le zone non ci devono stare in questo calcolo; se invece si pensa sia meglio anche per il calcolo del fabbisogno di energia utile dell'involucro per il raffrescamento considerare il solo volume effettivamente raffrescato (dotato di impianto di raffrescamento), si tengono le pareti divisorie interne tra le zone e si toglie tutta la Zona 1 (solo riscaldata) dal calcolo dell'energia per il raffrescamento.

Per le capacità termiche non ci ho ragionato piu di tanto, ho inserito in ciascuna zona le superfici totali delle due zone ragionando come se fosse una unica zona.

Per ora non ho pensato di creare zone non climatizzate, ho utilizzato per le superfici della zona 2 (Riscaldata e raffrescata) verso la zona 1 (solo riscaldata) un fattore btr,x inserito in manuale utilizzando un valore precalcolato da me.

Gli apporti solari estivi nella zona 1 (non raffrescata) non li ho considerati come carico termico per la zona due raffrescata. Non saprei come farlo e anche io ritengo che sarebbe un affinamento troppo spinto del calcolo.
Allian76
9 anni fa
Mi sono perso ma perchè la zona 1 ha la stessa superficie in pianta dell'appartamento, non dovrebbe essere 130-29??
garcangeli
9 anni fa
Rileggi bene il post di emanuelsa e quello cui rimanda per la spiegazione
emanuelsa
9 anni fa
Si in realtà è vero ho sbagliato a scrivere (adesso ho corretto)...
La Zona 1 - solo riscaldata ha una superficie in pianta utile di 101,2 mq
La Zona 2 - riscaldata e anche raffrescata ha una superficie in pianta utile di 29 mq
il totale delle due è la superficie (130,2 mq) complessiva dell'unità abitativa.

Come gia scritto, in Fabbricato:Edificio:Involucro Edilizio:Servizi inclusi nel calcolo spunto raffrescamento e inserisco superficie utile 29 mq.

Nell'Attestato Energetico ho notato che come come superficie utile raffrescata mi mette 130,2 mq (non modificabile salvo farlo poi una volta passati in Word), mentre io penso sia corretto inserire 29 mq. Come volume lordo raffrescato indico sempre quello relativo ai soli ambienti effettivamente raffrescati.
Allian76
9 anni fa
Ok, nei giorni scorsi ho provato a fare anch'io un caso simile (che probabilmente mi ricapiterà nelle prossime settimane per un lavoro....) mi chiedevo per l'appunto come inserire correttamente i volumi/superficidisperdenti raffrescati, nel senso che ora mi leggo per benino la 11300 per la determinazione di S/v e Epe perchè ovviamente modificando i valori mi si modifica la classe, inoltre credo che in MC il calcolo dei carichi termici estivi debba essere fatto locale per locale in maniera approfondita (numero persone presenti, attività, ecc) perchè diversamente non mi sembra che calcoli correttamente ad esempio il valore dell'efficienza globale (mi sembra che sottostimi molto, ripeto mi sembra perchè non ho ancora approfondito...).

Infine potrebbe essere una strada la creazione di zone non climatizzate (estive) perchè ho letto il post di alberto dove dice di prestare attenzione alla temperatura che viene impostata in regime estivo/invernale, solo che ho qualche dubbio sull'applicazione pratica
emanuelsa
9 anni fa
Ho appena notato che inserendo le superfici che delimitano la zona raffrescata dal quella non raffrescata, da calcolare solamente in regime di raffrescamento estivo (quindi spunto solo calcolo estivo in "trasmissione"), i fabbisogni energetici per il raffrescamento estivo diminuiscono e in certi casi la classe migliora di un livello.
Il motivo è che le superfici delimitanti locali raffrescati da locali non raffrescati non apportano calore al locale raffrescato ma viceversa aiutano a smaltirlo. Cosi come per le superfici verso l'esterno che nel calcolo energetico estivo dissipano calore invece che apportarlo perchè la temperatura esterna giornaliera media mensile è inferiore alla tempreratura ambiente (26°C), la stessa cosa succede con le superfici verso i locali non raffrescati (DT interno-loc.non raffresc. x Btr,u).
Considerando che le strutture che delimitano i locali raffrescati da locali adiacenti non raffrescati (Es. camera con camera) sono realizzate semplicemnte in tramezzo in laterizio forato 8 cm, le trasmittanze sono molto alte e l'aiuto che possono dare allo smaltimento dei carichi termici del locale raffrescato è notevole.
Non so se calcolandosi la temperatura del locale non raffrescato attraverso la creazione di una zona dedicata possa far cambiare in maniera consistente i risultati.
Allian76
9 anni fa
Avevo notato anch'io e all'inizio mi sembrava una stranezza, ma tant'è se faccio la media su tutto il giorno la temperatura è effettivamente + bassa e questo anche se ammesso dalla norma (a proposito ma la durata dell'accensione dell'impianto 8/12/16 ore o qualcosa del genere non modifica la temperatura media degli ambienti??) dal punto di vista progettuale mi sembra non propriamente corretto, infatti ho premesso nel mio ultimo post che per avere un maggior dettaglio bisogna aggiungere il carico termico interno stanza per stanza.

Inoltre mi è venuta un'altra paura, ma posto che i valori richiesti di energia, per soddisfare le perdite dall'involucro, sono quelli dati dal software se io in una stanza normale (15/20 mq) nelle stanze ci vado a mettere uno split da 1,5 kw (che direi non essere sovradimensionato... specialmente per una casa esistente) e se nella casa ne ho 6/7 per un totale di 10 kw inizia a essere una bella macchina esterna e cosa succede al rendimento medio stagionale, dalle prove che ho fatto mi sembra che venga di molto negativo ma tipo ho un 10% del valore da raggiungere.

simo85
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  • Classe F
9 anni fa
Ragionando per singola unità immobiliare in condominio a piano intermedio, inoltre, vanno inserite come superfici disperdenti per solo raffrescamento anche solai superiore e inferiore (e pareti laterali che delimitano da altre unità immobiliari)....

Non so, il calcolo per zone ormai è necessario in moltissimi casi, ma non è affatto agevole...sarebbe utile avere un esempio "ufficiale" al quale fare riferimento per modellare correttamente tutti i vari (molti) aspetti
mario82
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  • Classe E
9 anni fa
Ho letto con interesse tutta la discussione.

Ho visto che le opzioni sono 2:
Opzione 1 (quella indicata da Aplbertop al #30)
- zona 1: risc. + acs (tutto l'appartamento ad esempio 130,2 mq)
- zona 2: solo superficie raffrescata (ad es. 29 mq)

Opzione 2 (quella indicata da molti utenti e di cui emanuelsa ha riportato un esempio)
- zona 1: solo superficie riscaldata (101,2 mq)
- zona 2: zona riscaldata + raffrescata (29 mq)
La cui somma dà 130,2 mq

Quello che chiedo ad emanuelsa riguarda questa parte:

Zona 1 : Solo riscaldata : "101,2 mq." - Unico locale con le singole strutture disperdenti (in Trasmissione) spuntate sia per riscaldamento che per raffrescamento. Apporti interni spuntati sia per riscaldamento che per raffrescamento con superficie utile di pavimento con valore fittizio come spiegato nei messaggi precedenti



Domanda 1
Perché in Zona 1 (solo riscaldata) metti in Trasmissione spunte "sia per riscaldamento che per raffrescamento"? Essendo zona solo riscaldata perché non metti le spunte solo per il riscaldamento sia in Trasmissione che in Apporti interni?

Ti faccio questa domanda 1 per chiarezza, la risposta forse è nei post successivi ovvero: spunti sia riscaldamento che raffrescamento anche in Zona 1 (solo riscaldata) perché se tu andassi a modellare le tramezze di separazione fra le zone raffrescate e quelle non raffrescate (ovvero non climatizzate) avendo le tramezze trasmittanza elevata anziché avere un aggravio della situazione ne trarresti beneficio, quindi tieni per tutto l'edificio la trasmissione spuntata sia in riscaldamento che in raffrescamento. Ho interpretato correttamente il tuo ragionamento?

Domande 2
2.a Nel metodo di Albertop è necessario togliere tutte le spunte relative al raffrescamento in zona 1 (tutto l'appartamento riscaldato) e togliere tutte le spunte relative al riscaldamento nella zona 2 (solo raffrescata), giusto?
2.b Nella parte relativa al raffrescamento bisogna inserire in trasmissione gli elementi (tramezze) verso i locali non raffrescati (ovvero non climatizzati)?

Domanda 3
Avete per caso provato con l'ultima versione del software a vedere se tutte le anomalie che aveva riscontrato emanuelsa col metodo Opzione 1 sono state rimosse?

Vi ringrazio
MarcoG
  • MarcoG
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  • Classe F
8 anni fa
Le anomalie si riscontrano considerando l'opzione 1 che quindi (secondo me) non sembra praticabile.
Per quanto riguarda l'opzione 2 le cose sembrano tornare ma è molto più articolata di conseguenza soggetta a probabili errori
Seguendo questa strada sto però riscontrando quanto messo in evidenza da simo85:

Io ho risolto in questo modo (anche se è molto macchinoso), e mi pare che le cose tornino:

Ho ragionato suddividendo l'edificio in 2 parti:
1) raffrescata e riscaldata
2) solo riscaldata

Esse si interfacciano attraverso i tramezzi e le porte interne, che fanno da confine, le quali, per la zona raffrescata+riscaldata, sono superficie disperdente per il solo raffrecamento (ho fatto "capire" la cosa al software spuntando solo il raffrescamento a livello trasmissione e capacità termica), mentre per la zona riscaldata non sono disperdenti e quindi non vanno inseriti a livello trasmissione.

Ho inserito gli impianti SOLO a livello di zona, lasciando vuoto a livello edificio.
Nella zona risc.+raff ho inserito riscaldamento e raffrescamento, mentre nella zona solo riscaldata ho inserito solo l'impianto di riscaldamento.

Ovviamente agendo così, tutte le superfici di pavimento, i volumi, le potenze dei generatori, degli ausiliari...tutto insomma (sia per impianti sia per apporti interni ed acs) deve essere riferito alla PORZIONE che si tratta, ovvero calcolato s di essa.

Alla fine di tutto, ho inserito manualmente le superfici nella scheda Edificio->Generale, mettendo come superficie riscaldata tutta la superficie, come superficie raffrescata la sola raffrescata e come superficie disperdente del riscaldamento la superficie disperdente di tutto l'edificio, mentre quella relativa al raffrescamento è composta dalle superfici di tale zona disperdenti verso esterno, vano scala e anche dai tramezzi e dalle porte interne che fanno da confine con la zona solo riscaldata.


Il problema è che, nel mio caso, i 3 locali anche raffrescati sono gestiti da un impianto centralizzato che, rapportando la potenza nominale dell'impianto alla mia superficie mi dà solo 2,9 e quindi arrivo ad una classe C...(???) mentre, se mettessi una potenza "ragionevole" per le superfici coperte dal servizio, mi darebbe E.
Mi sembra allucinante certificare in questo caso una classe C e non so proprio come fare.

Se qualcuno vuole vedere il file (ed ovviamente anche il cad)...sarei felice di confrontarmi con voi.

Messaggio originale di simo85:



In questi casi (considerare solo alcuni locali raffrescati) significa sovrastimare Epgl,nren,rif,standard di conseguenza ottenere classi energetiche "buone" anche con condizionatori (impianti) dalle pessime prestazioni.
Mi spiego meglio: nei casi che mi sono capitati (superficie raffrescata < superficie riscaldata) ottengo Epgl,nren,rif,standard MOLTO maggiore rispetto a considerare lo stesso Volume raffrescato=riscaldato, conseguentemente ottengo classi molto superiori, nel particolare la stessa unità passa da classe energetica C ad F se considero le sole camere raffrescate o l'intero volume.
Il riassunto è che considerare la sola presenza degli split in pochi ambienti considerando solo questi come raffrescati porta ad ottenere classi energetiche "di pregio".
Avrebbe più senso forse considerare uguali i volumi riscaldati e raffrescati ipotizzando che comunque l'involucro DISPERDENTE è l'intera unità e quindi del freddo che produco ad es. in camera ne trae beneficio anche il disimpegno.

E quindi come dice simo85 certifico in C o in E/F?


emanuelsa
8 anni fa
Leggendo in successione i messaggi precedenti (partendo dal #30) dovrebbe essere spiegato tutto, le problematiche sono piu di una, con l'opzione di calcolo 2 e l'ultima versione di MC11300 sono praticamente tutte risolte.

Domanda 1:
Anche in caso di impianto di raffrescamento per una porzione di unità abitativa ritengo sia corretto eseguire il calcolo del fabbisogno di energia utile dell'involucro per la climatizzazione estiva EPC,nd su tutta l'unità abitativa e non solo sulla porzione effettivamente raffrescata. In ogni caso togliendo le spunte sul raffrescamento in Trasmissione, nelle singole righe di strutture disperdenti, ho notato scorrendo i passaggi nei Risultati Edificio-Impianto che nascono dei problemi, ora non li ricordo, uno per esempio è il fabbisogno per la ventilazione che non puoi non farlo calcolare in raffrescamento (non esiste la spunta per riscaldamento e/o raffrescamento). Non si tratta di un ragionamento di come vengono modellate le tramezze di separazione fra le zone.
Quello è tutto un'altro problema, come detto nei precedenti messaggi, inserendo le pareti divisorie tra zona raffrescata e zona non raffrescata i fabbisogni energetici in raffrescamento si riducono (e si puo anche migliorare di una classe energetica). Io personalmente per ora ho deciso di non inserirle quelle strutture e di fare il calcolo con : EPC,nd su tutta l'unità abitativa, EPC solamente sulla porzione effettivamente raffrescata (con la superficie in pianta utile della porzione solo raffrescata). In questo modo non ottengo quei miglioramenti di classe dovuti al raffrescamento parziale (dovuti allo smaltimento del calore attraverso le strutture divisorie tra la zona raffrescata e quella non raffescata).

Domanda 2
Il metodo di Albertop si svolge come hai scritto tu. Io quel metodo ho deciso di non utilizzarlo perchè solo con l'altro metodo risolvo tutti i problemi nel calcolo che ho riscontrato.

Domanda 3
Ad oggi le uniche anomalie che mi restano con il metodo (Opzione 2) e l'ultima versione del programma sono l'indicazione della superficie utile raffrescata e Volume lordo raffrescato indicate nell'Attestato Energetico e che risolvo modificandole manualmente una volta importato in Word il documento.

Per vedere se tutto viene eseguito correttamente occorre esaminare riga per riga tutti i Risultati delle due zone sia nella parte fabbisogni di zona che fabbisogni di impianto e infine gli indicatori energetici edificio. Solo in questo modo è facile trovare se ci sono degli errori nel calcolo.