pantoza
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9 anni fa
Buongiorno a tutti,
nella redazione di un APE con MC11300, mi sono imbattuto in un open space su cui insistono due impianti termici, un sistema alimentato da una UTA con bocchette di mandata e di ripresa entrambe a soffitto, ed un altro costituito da n.4 pome di calore entrambe a soffitto.
I due impianti interagiscono contribuendo in sinergia al fabbisogno termico estivo ed invernale dell'immobile.
Come devo modellizzare il tutto nella definizione dell'impianto sul software?
Grazie di cuore 😁
albertop
9 anni fa
Riassumendo, si tratta di due impianti termici separati che insistono sullo stesso spazio riscaldato. Dal momento che il software non può decidere che cosa viene riscaldato da un impianto e che cosa da un altro, è necessario:

- creare due zone termiche e dettagliare apporti e dispersioni di ciascuna zona
- per ciascuna delle due zone termiche inserire l'impianto termico di competenza (l'impianto termico deve essere inserito a livello di zona e NULLA deve essere inserito a livello di impianto).
- eseguire il calcolo. Il valore finale di edificio sarà la somma dei fabbisogni delle due zone.

P.S.: sono uffici per cui non c'è acqua calda? Nel caso sia presente gestirla a livello di impianto.


Non lavoro più su questo software. Non inviatemi messaggi privati. Per assistenza sul software utilizzate la pagina contatti  di questo sito. Grazie. Alberto.
garcangeli
9 anni fa
Nella costruzione delle 2 zone forse è opportuno dimensionarle con pari fabbisogno per cercare di evitare una preferenza di un impianto rispetto all'altro.
pantoza
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9 anni fa
Grazie per la pronta risposta, una cosa però mi è poco chiara:
Nel momento in cui definisco due zone, ciascuna con relativo ambiente, identiche per caratteristiche e dispersioni,
anche se poi per ciascuna inserisco un impianto diverso, nel primo l'UTA, nel secondo le PdC, il software computa la somma delle dispersioni delle due zone e quindi in pratica il doppio circa...
Penso a sto punto di aver capito male 😕
pantoza
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9 anni fa
A questo punto potrei considerare una UTA virtuale, ove inserire la sommatoria delle portate di aria di UTA e macchine e mediare i rendimenti, non dovrei andare lontano dal risultato corretto, che ne dite? Peraltro per una APE è richiesto un livello di precisione così accurato?
grazie di nuovo
albertop
9 anni fa

Nel momento in cui definisco due zone, ciascuna con relativo ambiente, identiche per caratteristiche e dispersioni,
...
il software computa la somma delle dispersioni delle due zone e quindi in pratica il doppio circa...

Messaggio originale di pantoza:


Perché dovrebbe raddoppiare le dispersioni?

Supponiamo di avere due locali: Locale A e Locale B. Devi creare DUE zone termiche. Nella prima inserisci tutti i dati del Locale A e nella seconda quelli del Locale B. Con relativi impianti. Non credo proprio che le dispersioni siano raddoppiate. E' chiaro che non si devono creare due zone che contengono entrambe il Locale A ed il Locale B.

Non lavoro più su questo software. Non inviatemi messaggi privati. Per assistenza sul software utilizzate la pagina contatti  di questo sito. Grazie. Alberto.
garcangeli
9 anni fa
Per un APE genericamente ti basterebbe creare una zona termica descrivendo tutto l'involucro edilizio disperdente.
Inserisci poi l'impianto termico, tipicamente a livello di edificio e descrivi le dispersioni di distribuzione, ecc.
Potresti indicare due generatori con le rispettive regolazioni, emissioni, distribuzioni ecc., ma per come è costruito il calcolo il primo della lista cerca di soddisfare il fabbisogno, se non ce la fa, attacca il secondo e così via.
C'è una priorità di intervento.
Nel caso in esame lavorano in parallelo e quindi inserendoli semplicemente a livello di edificio non hai il calcolo desiderato.
Per cui si suggeriva di creare due zone, ciascuna con ovviamente la metà della superficie utile e della superficie disperdente, in modo che la somma dei singoli contributi corrisponda al caso di modellazione con una sola zona.
Ora ha senso inserire l'impianto a livello di zona (anche prima potevi, ma se correttamente impostato nulla cambiava rispetto a metterlo a livello di edificio): uno lo metti in una zona, l'altro nell'altra zona; di fatto lavorano in parallelo e ciascuno cerca di soddisfare metà del fabbisogno... e non fai torto a nessuno.

Rispetto a quanto suggeriva Alberto, facevo una ulteriore considerazione: supponiamo che i due locali A e B non abbiano le stesse dispersioni ed apporti, ad es. che il fabbisogno di A sia il 50% più grande di quello di B (magari hanno anche pari superficie, ma uno è a nord e ll'altro a sud, per es.). L'impianto che dedichi al locale A deve lavorare di più rispetto all'altro e se hanno rendimenti diversi vi è una disparità poi di energia primaria calcolata: pertanto se li scambiassi avresti un EPi diverso. Ciò che non ritengo accettabile, vista l'arbitrarietà della assegnazione dell'impianto alla zona.
Per cui suggerivo di creare le due zone in modo da avere un fabbisogno uguale e pari ovviamente al 50% del totale. In tal caso l'EPi non ti cambia con l'assegnazione dell'impianto alla zona.
pantoza
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9 anni fa
Ok perfetto adesso è tutto molto più chiaro.
Si tratterebbe quindi di dividere in due zone termiche aventi circa il 50% della dispersione totale la zona termica originaria.
In questo modo ciascun impianto sopperirebbe al 50% del fabbisogno.
A questo punto però avrei da obiettare che nella realtà non è detto sia così, anche perchè nel caso di specie la UTA fa il lavoro sporco fornendo di fatto la base per tutto il locale. poi in metà delo stesso, probabilmente la zona più disperdente, sono state aggiunte le macchine, che comunque non hanno potenza uguale all'UTA, ma un pò inferiore.
Ad ogni modo potrei giocare sulla superficie disperdente da attribuire a ciascuna zona/impianto, cercando di farlo in maniera proporzionata al carico reale di ciascun impianto.
Pensate sia corretto?
Ad ogni modo grazie immensamente, adesso so come fare 🤣
studio17
9 anni fa

Buongiorno a tutti,
nella redazione di un APE con MC11300, mi sono imbattuto in un open space su cui insistono due impianti termici, un sistema alimentato da una UTA con bocchette di mandata e di ripresa entrambe a soffitto.

Messaggio originale di pantoza:



Scusa se sono un "pignolo", ma un'UTA con bocchette di mandata NON è un impianto termico, è il sistema di distribuzione ed emissione.
garcangeli
9 anni fa
Io starei lontano da rapporti, opinabili, fra superfici.
Cerca di capire meglio il meccanismo di funzionamento per come è costruito l'impianto (non per come è usato): i due generatori lavorano in parallelo o uno si attiva quando l'altro (il principale, a questo punto possiamo dire) non ce la fa?
pantoza
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9 anni fa
Giusto studio 17, intendevo dire che c'è una pompa di calore che scambia mediante un'UTA per poi distribuire con dei canali a soffitto ed erogare e riprendere aria attraverso le relative bocchette.

Garcangeli, per quanto riguarda il funzionamento dei due impianti, gli stessi lavorano assiemecontemporaneamente, probabilmente il sistema pdc + uta da solo non ce la faceva ed hanno aggiunto altre 4 pdc a soffitto con unità esterne a parete.

Mi sa che se considero come generatore una pompa di calore avente potenza pari alla sommatoria di quella principale più le altre 4 ed un rendimento di distribuzione che sia la media pesata dei rendimenti del sistema e delle singole pdc forse mi avvicino di più al vero.
Come dici tu suddividere in maniera arbitraria la superficie disperdente potrebbe essere un azzardo.
Grazie sempre 😁
lbasa
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9 anni fa

Buongiorno a tutti,
nella redazione di un APE con MC11300, mi sono imbattuto in un open space su cui insistono due impianti termici, un sistema alimentato da una UTA con bocchette di mandata e di ripresa entrambe a soffitto.

Messaggio originale di studio17:


Scusa se sono un "pignolo", ma un'UTA con bocchette di mandata NON è un impianto termico, è il sistema di distribuzione ed emissione.

Messaggio originale di pantoza:


Salve Pantoza; se Studio fosse stato anche più espressivo, Le avrebbe insegnato che l'open space in oggetto rappresenta un caso tipico di "climatizzazione ad aria primaria":
- l'aria primaria soddisfa i rinnovi con aria esterna necessari e neutralizza il carico dell'aria esterna ed i carichi latenti;
- i fancoil neutralizzano i carichi sensibili.

Cerca di capire meglio il meccanismo di funzionamento per come è costruito l'impianto (non per come è usato) ...

Messaggio originale di garcangeli:


Io penso invece che questo è un classico caso di rilievo come da progetto; non c'è? allora calcolo standard per come è l'attuale 11300-2; paragrafo C.3.1.1


pantoza
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9 anni fa
Grazie farò tesoro dei vostri insegnamenti 😁