Tamara
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10 anni fa
Salve, sono un nuovo utente di MC quindi avrei bisogno di qualche ragguaglio. Devo certificare un negozio a piano terra con sottostante deposito interrato collegato da rampa di scala interna senza nessuna porta divisoria, quindi sostanzialmente i due piani risultano collegati tra loro e fanno parte della stessa particella catastale. Il riscaldamento è con pompa di calore solo al piano terra. Come mi devo comportare? Considero solo il volume del piano terra per l'ape e il deposito sottostante come un semplice vano confinante non climatizzato....o visto che sono della stessa particella catastale devo supporre che ci sia riscaldamento anche all'interrato e considerare i due piani come una unica unità, come se il solaio divisorio non esistesse (quindi con altezza tot. data dalla somma delle due altezze, volume come somma dei due volumi e superficie calpestabile solo quella dell'interrato)?
Grazie e scusate la banalità ma sono alle prime armi.😕
Tamara
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10 anni fa
Ma nessuno che mi suggerisce come comportarmi? 😕
luckying
10 anni fa
purtroppo non mi è mai capitato, quindi non posso darti informazioni certe. io farei questo ragionamento:
- il locale riscaldato è quello al pian terreno
- il deposito è un ambiente non riscaldato
rimane da valutare l'assenza di chiusura tra i due volumi, si potrebbe pensare a un aumento della ventilazione del locale riscaldato però non verso l'esterno ma verso il locale non riscaldato appunto; per cui ad es. se abbiamo usato il valore da prospetto di btr per il locale non riscaldato, tale valore dovrà ance essere utilizzato per l'extra ventilazione tra locale riscaldato e non.
santo
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10 anni fa

purtroppo non mi è mai capitato, quindi non posso darti informazioni certe. io farei questo ragionamento:
- il locale riscaldato è quello al pian terreno
- il deposito è un ambiente non riscaldato
rimane da valutare l'assenza di chiusura tra i due volumi, si potrebbe pensare a un aumento della ventilazione del locale riscaldato però non verso l'esterno ma verso il locale non riscaldato appunto; per cui ad es. se abbiamo usato il valore da prospetto di btr per il locale non riscaldato, tale valore dovrà ance essere utilizzato per l'extra ventilazione tra locale riscaldato e non.

Messaggio originale di luckying:



Sembra al problema similare per la mancanza di serramenti. Giocando di fantasia si potrebbe considerare come un ambiente riscaldato ( negozio) separato da ambiente non riscaldato tramite serramento ( o opaco) orizzontale con trasmittanza > 6 W/m²K e superficie = a quella dell'apertura.
santo
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  • Classe C
10 anni fa

purtroppo non mi è mai capitato, quindi non posso darti informazioni certe. io farei questo ragionamento:
- il locale riscaldato è quello al pian terreno
- il deposito è un ambiente non riscaldato
rimane da valutare l'assenza di chiusura tra i due volumi, si potrebbe pensare a un aumento della ventilazione del locale riscaldato però non verso l'esterno ma verso il locale non riscaldato appunto; per cui ad es. se abbiamo usato il valore da prospetto di btr per il locale non riscaldato, tale valore dovrà ance essere utilizzato per l'extra ventilazione tra locale riscaldato e non.

Messaggio originale di luckying:



Sembra al problema similare per la mancanza di serramenti. Giocando di fantasia si potrebbe considerare come un ambiente riscaldato ( negozio) separato da ambiente non riscaldato tramite serramento ( o opaco) orizzontale con trasmittanza > 6 W/m²K e superficie = a quella dell'apertura.
lbasa
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10 anni fa

... Grazie e scusate la banalità ...

Messaggio originale di Tamara:


Salve Tamara, il quesito proposto non è affatto banale, aggiungo contributo.
A mio parere è preliminarmente necessario accertare se il deposito interrato è classificato C2 oppure C1 (come dovrebbe essere il negozio).

- In caso affermativo: un deposito C2 non rientra nella categoria E5 e non è soggetto a certificazione: diventa ambiente non climatizzato ed occorre individuare la teoria di scambio termico più corretta.
Lucking ipotizza l'extra ventilazione, Santo simula una trasmittanza massima (riprendendo un argomento similare emerso nel forum qualche tempo fa).

Io penso che la ventilazione è individuabile in presenza di differenze di pressione fra ambienti diversi (così si modellizza la ventilazione naturale fra interno ed esterno), non riuscirei ad applicarla al suo caso; non applicherei nemmeno la parete virtuale perchè introdurrebbe nell'espressione della U globale coefficienti liminari di convezione che non ci sono.
Secondo me occorre ricondurci alla teorie di scambio per conduzione fra fluido e fluido (aria in quiete o leggerissimo movimento), Legge di Fourier; Q = (lambda) x gradT x S
Inserirlo in MC? Mah, forse PE a flusso discendente: S è la superficie delle scale, la conducibilità dell'aria in semiquiete è molto bassa (0,007 - 0,5 W/mK), gradT non è senz'altro superiore a qualche grado (nella realtà, se ci fosse la porta delle scale sentiremo il deposito + freddo di quanto non sia ora, ma soprattutto perchè l'UR% superiore ci da senso di disagio)

- In caso negativo: è una zona dichiarata C1 quindi richiede il confort ambientale come il piano soprastante, per esso occore definire le condizioni di temperatura nell'ambito di un unico volume.
In condizioni stazionarie un qualsiasi locale si ipotizza a T costante anche se in realtà la T ha gradienti i più diversi; per me il caso insieme in esame è equivalente a considerare un locale alto non meno di 3 (ipotizzo l'h dei piani) + 3 m; c'è effetto sensibile di stratigrafia, da correggere nella zona 1 (il piano negozio).
L'attuale 11300-2 individua il coefficiente correttivo da prospetto per il sottosistema di regolazione.
La nuova 11300-2 probabilmente ci obbligherà a studiare la stratificazione secondo 15316.
Alla fine indicherei nelle note che l'impianto attuale non ha potenzialità sufficiente (non impianto aggiuntivo simulato, non credo che la certificazione consenta virtualizzazioni parziali ma solo totali), e nelle Raccomandazioni inserirei l'integrazione d'impianto per requisiti di confort.

Tamara
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10 anni fa
Innanzi tutto grazie per le risposte. Il sottonegozio fa parte della stessa particella catastale e rientra anch'esso nella categoria C1, solo che, almeno a Bari, il comune non rilascia autorizzazione all'utilizzo dei piani interrati come locali commerciali aperti al pubblico, da qui l'uso esclusivo come deposito o magazzino, accessibile solo al personale.
Per questo non so bene se escluderlo completamente dall'APE (in tal caso potrei specificare nelle note che il magazzino non è riscaldato e anche se fa parte del C1, è usato solo come magazzino) oppure considere tutto come unico volume riscaldato e poi dire che l'impianto è sottodimensionato e che andrebbe integrato con uno split anche al piano inferiore.
A questo punto mi domando se invece il vano sottostante fosse diviso da quello di sopra a mezzo di una porta o di una botola? La situazione rimarrebbe invariata o potrei tranquillamente escluderlo e considerarlo solo come vano attiguo non riscaldato?
La cosa che mi preoccupa e dichiarare una falsa superficie nell''APE qualora non lo volessi considerare...a meno che come dicevo prima non evidenzio nelle note questa scelta di comportamento. Anche se non credo di poterla avvallare da nessuna normativa ufficiale!!!!
luckying
10 anni fa
e' interessante quanto dice Ibasa. sicuramente lo scambio d'aria tra i locali (ventilazione) non sarebbe facilmente modellabile, però a meno che l'interrato sia completamente privo di aperture verso l'esterno (bocche di lupo o altro), non lo riterrei così lontano dalla realtà.
Ritengo anch'io che la trasmittanza fittizia non sia praticabile.
Anche se la categoria catastale dice C1, di fatto non è così, io preponderei per definirlo in ogni caso locale non riscaldato.
nel caso invece lo si volesse includere nel volume riscaldato, non considererei l'altezza totale come somma dei due locali, i due volumi sono di fatto separati, sarebbe un pò come considerare una casa su due piani con scala interna con altezza pari alla somma dei due piani, anziché considerare l'altezza del singolo piano.
come vedi la questione non è semplice e ci sono opinioni diverse, potrebbe anche esserti utile rivolgerti a un tecnico dell'amm.ne regionale per chiedere un parere - aggiornaci
borgo1971
9 anni fa

A mio parere è preliminarmente necessario accertare se il deposito interrato è classificato C2 oppure C1 (come dovrebbe essere il negozio).

Messaggio originale di lbasa:



Sicuro che sia questo il fattore vincolante?! Perché mi ritrovo con un caso simile, tutto C1 ma con l'interrato servito dall'impianto grazie ad un ventilconvettore a soffitto. Solo che al seminterrato si accede solo attraverso una scala a chiocciola piuttosto angusta, e ritengo improbabile che tale seminterrato possa diventare superficie di vendita… di fatto ritengo che il suo utilizzo sarà comunque come magazzino (adesso è vuoto e dev'essere affittato), e quasi certamente non verrà riscaldato (ogni ventilconvettore può ovviamente essere spento in modo indipendente).
Io l'APE l'ho già fatto considerando tutto riscaldato, ma qualche dubbio mi resta. Tra l'altro, avevo messo come superficie per gli apporti il solo piano terra, e mi sono reso conto solo ora che tale superficie viene presa per calcolare il consumo al mq., e pertanto non va bene visto che tutti gli altri parametri sono per l'intero immobile. Ho poi pensato di inserire le superficie ma di mettere 0 come apporti (data la natura del vano), ma MC11300 pare non permetta di inserire una superficie in apporti che non… apporti :-)
Va beh, metterò l'intera superficie come negozio, ma non sono del tutto convinto che sia corretto.
Tra l'altro, l'impianto c'è e il collegamento alla cassetta pure, ma non c'è il contatore ed ovviamente nessun tipo di contratto… io sono dell'idea di considerare comunque l'impianto ed evidenziare nelle note la situazione. Cosa ne pensate?
garcangeli
9 anni fa
Io penso che stai pensando troppo. 🙂 :-)
E che hai già fatto bene.

Le parole chiave, che sai bene, lo so, sono:
Certifico quello che c'è.
Uso standard.

Se è C1 ma in parte ci mettono masserizie a te non deve importare... chi verrà dopo potrebbe fare diversamente... magari allargare il buco da cui si passa o fare una scalinata principesca... l'uso è quello std da catastale.

Io considererei tutta la superficie sopra e sotto, come riscaldata, h quella che è.

Rimane il dubbio sulla integrazione di un riscaldamento insufficiente...
Ibasa sostiene che non va bene... ma così facendo potresti finire in classe A+
borgo1971
9 anni fa

Io penso che stai pensando troppo. 🙂 :-)

Messaggio originale di garcangeli:


Già, un mio vizio...

Rimane il dubbio sulla integrazione di un riscaldamento insufficiente...
Ibasa sostiene che non va bene... ma così facendo potresti finire in classe A+

Messaggio originale di garcangeli:


Su questo ormai ho la mia idea, e fino a ufficiale ed esplicita indicazione contraria, o all'abolizone della simulazione in caso di assenza di impianto, continuerò ad usare l'integrazione. Comunque in questo caso non mi viene richiesta.