1 nel caso la dispersione globale calcolata dal programma sia di 3 kW, come mi regolo con il generatore di calore? Voglio dire che la potenzialità minima delle comuni è di circa 20 kW. E' vero che manualmente l'idraulico può regolare l'apertura degli ugelli per ottenere la potnzialità desiderata? Se si, come faccio a determinare i rendimenti e le perdite dichiarati dal costruttore per la potenza complessiva.
Se il generatore è modulante (NO PER TIPO ON/OFF) è corretto venga indicata la potenzialità presunta di progetto (probabilmente quella minima). Questo è lo spirito con cui è stata creata la UNI 10348: non inserire un generatore di potenzialità maggiore quando non c'è la necessità.
E' ovvio che le perdite (i rendimenti non servono ai fini del calcolo) devono essere quelle corrispondenti al punto di lavoro.
2 Nel caso di generatori modulanti la potenzialità minima è sempre molto alta (es. 7 kW). Sotto tale potenzialità minima è possibile andare o no? anche in questo caso i rendimenti come li posso determinare.
In che senso? Se il generatore prevede minima potenza 7kW non è possibile dichiarare un valore inferiore. Ho sentito dire che allo scopo esistono caldaie a condensazione che arrivano ad una potenza minima di circa 1 kW.
3 Sempre a proposito di rendimenti, se di una caldaia dispongo dei soli dati di rendimenti al 100 e 30% e non delle dispersioni, posso non inserire niente nelle caselle delle dispersioni? E il contrario (niente rendimenti mettendo solo dispersioni)?
Il rendimento di produzione (UNI 10348) viene calcolato (per sommi capi) utilizzando la potenza richiesta e quella che il generatore deve sviluppare per soddisfare, appunto, la richiesta.
Dati necessari (nell'ultima versione del programma li abbiamo resi obbligatori) sono le perdite (Pd, Pf, Pfbs).
In pratica: inserire o meno i rendimenti non cambia nulla nel risultato finale (sono dati richiesti solo dalla relazione e enon dal calcolo) mentre non inserire le perdite corrisponde ad avere un generatore con un rendimento di produzione praticamente del 100%.
4 Nel calcolo del FEP l'energia richiesta per la produzione di a.c.s. è obbligatoria o solo facoltativa a discrezione del progettista? E per il calcolo del rendimento globale?
Se ricordate la legge 10/91 non revedeva la produzione di a.c.s. dal momento che si tratta di energia legata alla modalità di utilizzo e non alla bontà termica dell'edificio.
Con il tempo, i programmi di calcolo l'hanno inserita ed è uscita anche una raccomandazione del CTI (www.cti2000.it) con la quale si indicava il metodo di calcolo per il fabbisogno di acs. Nessuna indicazione comunque per collegare tale potenza con il FEN (la raccomandazione è del 2003) o, peggio ancora, con il FEP.
Non per polemizzare ma purtroppo in questo settore, i programmi di calcolo "dettano legge" e quindi un po' tutti i software hanno inserito questa possibilità. Noi lasciamo completamente al progettista la decisione su come operare.
Utilizzare l'acs solamente nel calolo del rendimento globale e non per il FEP non è poi tanto malsana. Il FEP valuta l'isolamento dell'edificio e lo confronta con dei limiti previsti senza acs: non inserire l'acs lascia ancora al parametro il significato originale. Diverso invece il significato del rendimento globale medio stagionale che risente della modalità d'utilizzo dell'impianto.
Si decidessero a pubblicare una norma che spieghi queste cose una volta per tutte ....
chiedo scusa per la moltitudine di domande e ringrazio anticipatamente
Benvenuto!!! Spero di essere stato utile.
Alberto
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