xiberg
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8 anni fa
Buonasera a tutti. Ho un piccolo problema che riguarda la verifica di muffa e condensa superficiale. Ho la norma EN ISO 13788:2012 (e non quella italiana UNI EN ISO 13788:2013) che dice di diminuire la temperatura esterna di 2K nel caso delle coperture. Se non ho capito male adesso dovrei ricalcolarmi anche la pressione esterna (che quindi non è più quella dei dati climatici della UNI 10349). La nuova pressione sarà data dal prodotto dell'umidità relativa esterna per la pressione di saturazione (relativa alla mia nuova temperatura).
Esempio: Milano (dai dati climatici): Febbraio: Te = 4.2°C e Pe = 645Pa, Ur = 78%.
Per copertura diventa: Te = 4.2 - 2° = 2.2°C; Pe = 0.78 * Pr.satur.(2.2°) = 0.78 x 714.86 = 559.78Pa.
Adesso è questa pressione esterna che devo utilizzare per la successiva verifica termoigrometrica superficiale e interstiziale? (utilizzando le classi di concentrazione per arrivare a calcolarmi la pressione interna ecc..).
Una volta trovato "dp" dal grafico di classi di concentrazione la versione italiana per caso dice di applicare qualche margine di sicurezza (es aumentare "dp" di 5% o 10%)?
Grazie mille!
lbasa
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8 anni fa
Buongiorno,
Lei ha posto lo stesso quesito in altro foum nel quale aggiunge di essere in fase di tesi; l'ipotesi che sta utilizzando è quella approvata dal Relatore? Perchè io l'avrei vista diversamente.

... Ho la norma EN ISO 13788:2012 (e non quella italiana UNI EN ISO 13788:2013) che dice di diminuire la temperatura esterna di 2K nel caso delle coperture ...


Purtroppo ha bisogno della norma nazionale perchè essa include l'allegato (numerato N.A.) che fissa alcuni parametri per l'applicaizone nazionale; in particolare per i tetti non recepisce la semplificazione ma promuove una formula di temperatura equivalente esterna media che separa l'effetto della dispersione verso aria esterna dall'effetto della dispersione per irraggiamento con la volta celeste. E' una formula lunghetta che non voglio scrivere 😊
E non credo troverà SW che la applichino.

... Se non ho capito male adesso dovrei ricalcolarmi anche la pressione esterna (che quindi non è più quella dei dati climatici della UNI 10349). La nuova pressione sarà data dal prodotto dell'umidità relativa esterna per la pressione di saturazione (relativa alla mia nuova temperatura). ...


Ok, però:

... Esempio: Milano (dai dati climatici): Febbraio: Te = 4.2°C e Pe = 645Pa, Ur = 78%.
Per copertura diventa: Te = 4.2 - 2° = 2.2°C; Pe = 0.78 * Pr.satur.(2.2°) = 0.78 x 714.86 = 559.78Pa. ...


Per me: l'applicazione semplificata dice di considerare una T diminuita, non di modificare l'umidità (che la volta celeste non modifica); a me pare più logico che l'umidità assoluta esterna resti, e quindi se fuori ci sono 4,2°C e 78UR%, se si considerano 2,2°C in meno l'umidità relativa aumenterà (restando costante l'umidità assoluta ma diminuendo la pressione di saturazione). E' la stessa cosa che succede quando dall'abitazione si scende in cantina.
Quindi: io troverei dalle condizioni esterne standard l'umidità assoluta, poi diminuirei la T di 2° (e relativa Psat) e calcolerei la nuova UR%; infine otterrei la nuova Pe.

... Una volta trovato "dp" dal grafico di classi di concentrazione la versione italiana per caso dice di applicare qualche margine di sicurezza (es aumentare "dp" di 5% o 10%)? ...


Cambia il limite superiore di Dv per la classe 5 /da 1360 a 1350 kg/m^3)


xiberg
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8 anni fa
Buongiorno, La ringrazio per la sua risposta. Confermo di essere in fase di tesi. Con il relatore stiamo valutando la possibilità di acquisto della versione italiana della norma in esame. Il procedimento che ha descritto mi torna. Il procedimento di diminuire la temperatura di 2°C sulla norma europea era forfettario, il procedimento esatto da seguire richiama la norma europea 13790 e 11300. La ringrazio ancora della sua disponibilità.