La UNI 13788 propone come metodo il meccanismo delle "classi di umidità interna". In pratica, il calcolo dell'umidità relativa interna parte da base umidità relativa esterna e somma un deltap (differenza di pressione del vapore) basato sulla classe di appartenenza (se poco o tanto "carico" interno).
Secondo questo meccanismo, se all'esterno il carico è elevato (ad esempio mesi più caldi oppure temperatura media elevata come nei pavimenti), sommando un "qualcosa", si ottiene una pressione del vapore all'interno che può portare al superamento della condensa massima ammissibile.
Con l'umidità del 65% come indicato nel decreto si hanno invece delle condizioni interne "costanti" (20° con 65% di umidità).
Nel mese di maggio la temperatura esterna è elevata e quella interna è bassa perchè l'impianto non è acceso. Ecco il motivo per cui si supera il valore del fattore superficiale. E' probabile che questo sia un fenomeno che rispecchia la realtà. Ma in maggio basta aprire una finestra.
Per quanto riguarda i pavimenti invece c'è il problema della temperatura media annuale dell'aria esterna che è sempre elevato (ricordiamoci che la norma è però stata studiata nel nord europa). Questo comporta, nel calcolo con deltap, una pressione interna moto elevata tale da non soddisfare la struttura. Questo non accade se si fissa la pressione del vapore interna con umidità costante pari al 65%.
Che metodo usare personalmente non saprei. La norma va in una direzione ed il decreto da un'altra ...
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