Buongiorno,
Buongiorno, inanzitutto ringrazio il forum per la sua esistenza ,e quanti rispondono alle innumerevoli domande!
Ho cercato per ore nel detto forum per evitare di porre un quesito, che sicuramente è un ingenuo, ma non volevo che oltretutto fosse stato affrontato decine di volte.
Dunque, Sebbene durante la ricerca ho chiaramente appreso nozioni utilissime, mi rimane un dubbio di fondo.
Sto elaborando un’APE per un edificio esistente, costruito a fine anni 60. Sebbene sia stato soggetto 20 anni fa ad una ristrutturazione pesante , continua ad avere caratteristiche strutturali e di involucro pessime (nessun isolamento, finestre con vetri singoli etc..)
Sinteticamente l’edificio è:
Villetta unifam.
Disposto su due piani
Scaldabagno a gas per tutto l’edificio per la sola ACS
Riscaldamento tramite due pompe di calore aria – aria ,monosplit, installate due anni fa (una al piano terra, altra al primo piano) di prestazioni medio – alte.
Posto che, come intuibile, le PdC riscaldano solo due ambienti (quelli di maggiore superficie sia piano terra (soggiorno – sala pranzo) sia al 1 piano ( camera letto matrimoniale)), il mio schema è stato il seguente:
1 Edificio ----- ho inserito come generatore lo scaldabagno a Gas per l’ACS
1 ZONA PIANO TERRA (Soggiorno) --- ho inserito come generatore la 1 pompa di calore
2 ZONA PAINO TERRA (Altri amb non risc) --- generatore generico (simulaz. dovuta a assenza riscaldamento)
3 ZONA 1 PIANO (cam. matrim) --- ho inserito come generatore la 2 pompa di calore
4 ZONA PAINO TERRA (Altri amb non risc) --- generatore generico (simulaz. dovuta a assenza riscaldamento)
Chiaramente le superfici disperdenti e le supefici sono state congrue alla distinzione di queste 4 zone.
Se non inserisco i generatori generici parrebbe che le due pompe riscaldino tutti gli ambienti con risultati tali da mandarmi l’edificio in classe A (cosa impossibile).
E’ corretto un approccio di questo tipo?
Grazie mille per la disponibilità che vorrete accordarmi
