Il salto termico tra ingresso e uscita di unradiatore è 10°C, lo dice la UNI TS 11300-2, nel caso di valvola termostatica è 20°C, lo dice la stessa norma. Nei rendimenti di distribuzione precalcolati è scritto che sono validi sotto certe condizioni tra cui temperatura di ingresso e uscita 80/60. Su un impianto esistente si ha 80/60 tra ingresso e uscita di caldaia, si perdono 10°C al termosifone e 10 sul circuito, in un impianto moderno a norma la perdita sul circuito è trascurabile, verificato con i calcoli. Allora se metto valvole termostatiche in un impianto esistente per realizzare un impianto di contabilizzazione e aumento il salto termico al radiatore di conseguenza dovrebbe aumentare il salto termico tra ingresso e uscita della caldaia quindi mi aspetto di avere su quest'ultima 80/50, come viene confermato dai calcoli eseguiti con un software che calcola anche le dispersioni lungo i tubi. Se tutto questo è corretto non posso utilizzare i rendimenti di distribuzione precalcolati per la diagnosi energetica per un impianto di contabilizzazone indiretta in quanto il salto termico tra ingresso e uscita della caldaia è maggiore di quello alla base della tabella. Voglio sapere se il mio ragionamento fila. Voglio in definitiva sapere se, nel caso debba fare una diagnosi energtica per un impianto di contabilizzazione indireta su un vecchio impianto a colonne, posso usare i rendimenti precalcolati o devo usare il procedimento analitico.