borgo1971
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10 anni fa
Sto facendo una certificazione di alcuni appartamenti posti al piano terra di una palazzina di nuova costruzione. Mi è sorto il dubbio sul come calcolare le dispersioni verso il piano inferiore, completamente interrato.
Creo una zona non riscaldata e poi la uso per calcolare le dispersioni del pavimento? Basta un elemento disperdente verso terreno e poi usare un componente "piano interrato non riscaldato"? Oppure è meglio usare un elemento disperdente verso ambiente non climatizzato e poi scegliere il calcolo analitico indicando il componente "piano interrato non riscaldato". In questi ultimi due casi però non è possibile tener conto delle dispersioni per trasmissione delle finestre (la ventilazione è invece prevista nel componente "piano interrato non riscaldato").
Nell'interrato, che si estende anche al di fuori del perimetro della palazzina e sotto una seconda palazzina, ci sono le cantine ed i garage, con una rampa di accesso completamente esterno alle sagome delle palazzine che mette in comunicazione gli scantinati. In particolare, i due appartamenti ricadono quasi completamente sopra le cantine, zona separata dai garage da un muro portante ed un unica porta di accesso tra il vano scale ed il disimpegno delle cantine. 5 delle 6 cantine hanno una finestra in bocca di lupo. Solo una piccola porzione (3mq) )di uno degli appartamenti ricade sopra un box auto (accessibile dalla rampa comune).
La pianta degli appartamenti non coincide comunque con i vani sottostanti.
Se si ritiene necessario creare la zona come zona non riscaldata, bisogna tener conto anche delle dispersioni verso le altre zone non riscaldate, oltre che verso il terreno?
E il ponte termico del componente "piano interrato non riscaldato", è quello tra la parete ed il pavimento dello scantinato (che non ci sarebbe), o quello tra la parete ed il solaio (pavimento del piano riscaldato)? Io sarei per la seconda ipotesi, ma anche qui qualche dubbi mi resta… anche perché in questo caso il PT più affine è il GF5, ma non è del tutto corretto. Del resto un PT c'è, e se non lo si mette nel pavimento, dovrò metterlo come componete a sé.
Tante domande, ma ho anche preso (inutilmente) la UNI 13370 sperando di risolvere i miei dubbi in merito, mentre so che c'è chi usa il prospetto 5 della 11300-1… non si può andare avanti così 😠
luckying
10 anni fa
Scusa per le prime risposte approssimative e rapide, ma sono di fretta.
Parto dall'ultima considerazione: l'uso del prospetto o meno e la tua scelta di formarti non devono essere un motivo di risentimento, hai fatto benissimo e non è vero che sia stato inutile.
Lascio la filosofia: io in questi casi considero le dispersioni tra il pavimento e la zona non riscaldata. Se è tutto nuovo, dovresti avere i dati per svolgere il calcolo analitico, non ho capito in questo senso i dubbi che hai espresso, perché mi sembra che puoi inserire il ricambio d'aria sia che faccia il calcolo analitico nell'inserimento del componente nella sezione involucro sia che definisca la zona non riscaldata.

Se i garage sono acnh'essi sotto locali riscaldati, io considererei senz'altro tutta la zona non riscaldata a temperatura uniforme.
borgo1971
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10 anni fa

Se i garage sono acnh'essi sotto locali riscaldati, io considererei senz'altro tutta la zona non riscaldata a temperatura uniforme.

Messaggio originale di luckying:


Parto anch'io dalla tua ultima considerazione: i garage sono box auto singoli a cui si accede dalla rampa interrata che poi porta all'esterno. Tre box sono sotto la palazzina (di cui una piccola parte sotto uno degli appartamenti da certificare), altri box come la rampa sono esterni alla sagoma, restando comunque interrati. La rampa è ben ventilata da 2 camini da 5-6mq e dal portone in grigliato; i box comunicano con la rampa ed hanno ampie aperture di ventilazione verso la stessa… pertanto un tasso di vestizione piuttosto elevato. Il disimpegno delle cantine (ceco) comunica con il vano scale (dal quale si accede anche alla rampa) con una porta con chiudiporta… presumibilmente sempre chiusa; alcune cantine hanno una finestra in bocca di lupo, la cui apertura dipende ovviamente dall'utente. In ogni caso il tasso di ventilazione sarà decisamente ridotto rispetto ai garage e per questo motivo ritengo che la zona cantina debba e possa essere calcolata a sé.
Torno al mio dubbio iniziale. La 11300-3 al punto 11.2 parla di "scambio termico per trasmissione tra il volume climatizzato e gli ambienti esterni attraverso gli ambienti non climatizzati". Ma la 11300 stessa al punto 11.3 parla di "scambio termico verso il terreno" richiamando la 13370, che potrei usare per il calcolo delle dispersioni di del locale non riscaldato e così dovrei esserci.
Però anche la 13370 prevede di calcolare le dispersioni di un pavimento verso il terreno attraverso un locale non riscaldato (9.4). Il metodo mi sembra pienamente conforme alle 11300-1 che al punto 11.3 richiama la 13370. Ma mi sembra che lo sia anche facendo il calcolo delle dispersioni come previsto al punto 11.2, però i risultati sono diversi.
luckying
10 anni fa
Garage e cantine
Capisco. La 13789 non prevede il caso in cui lo spazio non riscaldato confini con altri spazi non riscaldati ma separati dall'esterno. Mi chiedo se non abbia senso pensare semplicemente i garage come a temperatura esterna; è un'approssimazione come tante altre, non mi sembrerebbe così grave in questo caso viceversa analiticamente non so bene se si possano calcolare i fattori b correttivi tra i vari ambienti. (tra ambiente riscaldato e primo ambiente non riscaldato, tra quest'ultimo e il secondo ambiente non riscaldato) oppure usare un metodo tipo 6946 pensando al garage come intercapedine ventilata del locale non riscaldato. Mi sembrano tutte complicazioni interessanti da valutare dal punto di vista teorico, ma dal punto di vista pratico dubito che abbiano un peso rilevante.

Riguardo al dubbio sulla 11300-1
Ma al punto 11.3 si rriferisce a casi ben specifici, che secondo me corrispondono ai punti 9.1-2 e 3 della 13370, mentre il 9.4 è approssimato in 11.2 - i due capitoli insomma si riferiscono a condizioni ben distinte, quindi non dovrebbero essere paragonabili.
borgo1971
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10 anni fa

Riguardo al dubbio sulla 11300-1
Ma al punto 11.3 si rriferisce a casi ben specifici, che secondo me corrispondono ai punti 9.1-2 e 3 della 13370, mentre il 9.4 è approssimato in 11.2 - i due capitoli insomma si riferiscono a condizioni ben distinte, quindi non dovrebbero essere paragonabili.

Messaggio originale di luckying:



Pertanto tu useresti la 11.2, immagino? E come lo faresti in MC11300? Crei una zona non riscaldata o no?
Che poi adesso mi sta assalendo un'altro dubbio (è la prima certificazione per FL con + unità autonome): con il calcolo analitico degli ambienti non riscaldati, come fa il software a valutare perdite ed apporti?
Mi spiego meglio (spero): avendo più appartamenti, ognuno con il proprio impianto, devo fare un file per ogni appartamento, ma il sia il vano scale che lo scantinato confinano e ricevono calore da più appartamenti. Ed entrambi hanno superfici disperdenti che "compensano" tutti questi apporti. Ma se inserisco analiticamente il vano scale (o lo scantinato) per un qualsiasi appartamento, dovrò inserire tutte le superfici disperdenti e avrò solo una porzione di muro che disperde dall'appartamento verso il vano scale.
E' corretto, nel file di ogni appartamento, inserire il vano scale con strutture confinanti ad ambienti climatizzati (senza quella confinante con il mio appartamento)? E che temperature imposto agli ambienti climatizzati nel periodo estivo?
Insomma, voi come fate?! 😕
luckying
10 anni fa
forse abbiamo fatto un pò di confusione, provo a riepilogare così verifichiamo se stiamo dicendo le stesse cose - ovviamente esprimo quanto capisco e quanto farei fossi al tuo posto.
Se avessi i dati per fare il calcolo analitico, lo proverei e poi lo confronterei con i valori da prospetto in 11.2
Per il calcolo analitico della zona non riscaldata (il tuo seminterrato) devi fare riferimento al punto 9.4 della 13370 per calcolare le dispersioni verso terra di questo locale non riscaldato.
Se invece non hai i dati, devi rassegnarti a usare i valori da prospetto da 11.2.

Domanda scale
Mai provato in modo analitico, quindi non posso parlarti per esperienza diretta, ipotizzo. Hai ragione a porti quel problema, perché la temperatura dell'ambiente non riscaldato, o se preferisci coefficiente b, dipende dai flussi termici complessivi (W/K). Quindi, se ti limiti ai due appartamenti, dovresti calcolare a parte la temperatura dello spazio non riscaldato considerando tutte le superfici in gioco.
albertop
10 anni fa
No borgo, scusate mi è sfuggita questa discussione. Cmq non puoi assolutamente in un sistema multiimpianto con vano scale unico utilizzare il metodo delle dispersioni verso l'esterno attraverso locali non riscaldati. No perlomeno utilizzando dispersioni "uno a molti". Il btr,x ti viene completamente errato. Sarebbe come dire "ho un abitazione che confina attraverso una parete di 10 mq con un capannone non riscaldato di 1000 m2 (la temperatura di quest'ultimo sarebbe più vicina alla temperatura dell'aria esterna che all'aria interna).
Ti conviene suddividere per competenza. Entro un "congruo" (per noi) periodo di tempo uscirà la versione multimpianto e questo gioco si potrà fare.

Per il resto (post iniziale) mi sembra che il sistema migliore dovrebbe essere la gestione di un "locale non riscaldato". Il locale non riscaldato è generico ed "universale" mentre il punto 9.4 è particolare e, anche se equivalente, prevede alcune semplificazioni. Per la ventilazione, etc puoi appoggiarti alla 13790 (quando sei in zone non riscaldate, il software ti propone ricambi secondo la normativa).

@luckying la storia del tuo vecchio post sul solare termico non è che non l'ho recepita. Lo so che è errato il valore ma devo ancora capire dove (ci deve essere qualche punto per cui la norma si accrocchia).

Non lavoro più su questo software. Non inviatemi messaggi privati. Per assistenza sul software utilizzate la pagina contatti  di questo sito. Grazie. Alberto.
borgo1971
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10 anni fa
Adesso ti chiedo solo una cosa… c'è qualche motivo per cui, avendo iniziato alle 22 un post, e spedendolo alle 0:30… lo stesso sparisca?! 🤬
Mi ero tanto impegnato… 😢
albertop
10 anni fa
No. Non c'è la scadenza della sessione. Tecnicamente tutto viene mantenuto lato client (browser). Magari il cambio del giorno ha fatto scattare qualcosa. Lo so cosa vuol dire (una volta le sessioni duravano 20 minuti). Mi spiace.
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borgo1971
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10 anni fa
Mmmhhh… ripensandoci mi sa che invece dell’invio avessi fatto solo l’anteprima (per controllare il quoting), e poi, a quell'ora…
Va beh, ormai è fatta, cercherò di riassumere (e riprendere la vecchia abitudine di scrivere su un editor e poi copiare il testo nel browser).
Visto che siamo in una nuova costruzione, in base alla 11300-1 non è possibile usare i coefficienti del prospetto 5, pertanto le dispersioni attraverso le zone non riscaldate devono essere calcolate in altro modo. I modi analitici da norma prevedono un edificio-impianto che disperde attraverso la zona non riscaldata.
Trattandosi di 2 palazzine con 6 appartamenti termoautonomi (tranne che una quota di ACS che arriva da un sistema pannelli-accumulo comune a 2 palazzine) ciascuno di cui devo certificare 2 appartamenti in una e 4 nell’altra, devo per forza fare un file per impianto (=appartamento).
Pensavo di aver trovato la soluzione creando in ogni file una zona NR per il vano scale e 1 o 2 zone per il piano interrato (cantine e garage), inserendo nelle zone non riscaldate le superfici disperdenti verso l’esterno e le superfici a contatto con ambienti climatizzati (20° da novembre a maggio, a crescere nel periodo estivo), esclusa la porzione a contatto con l’appartamento che viene certificato in quel file. Mi confermi che invece non sarebbe corretto? Ovvero che nelle zone n.r. non viene tenuto conto delle superfici a contatto di altre zone climatizzate?
Purtroppo non credo che il vostro “congruo” periodo vada d’accordo con i tempi per la consegna dei certificati…
OK per l’uso di una zona vera e propria invece del pavimento su locale interrato con il componente speciale 9.4 (lo converto in 9.3 e aggiungo le altre superfici).
lbasa
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10 anni fa
Ciao,
Borgo, non ti sembra di essere tornato alle giornate pre-esame? ripassi, ripassi e ti sembra ogni volta di essere più confuso di prima.
Forse l'ultimo tuo post riassume l'ipotesi giusta, però ti voglio ricordare una cosa: hai difficoltà ad accettare l'ipotesi "semplicistica" di disperdere verso zona non riscaldata; e ti preoccupa che la 11300-1, nello scambio verso terreno 13370, ti dia solo 3 fattori di correzione per gli edifici esistenti:
Pavimento controterra 0,45
Parete controterra 0,45
Pavimento su vespaio aerato 0,80

Se non pensi di seguire la strada del paragrafo 9.2 della 13370 (pavimento su spazio aerato), forse può venire utile sapere che la 13789 che, sempre nello scambio termico verso terreno, propone altri due fattori di correzione:
Piano interrato climatizzato 0,45
Piano interrato non climatizzato o parzialmente climatizzato 0,45 (confermando che nelle zone n.r. non viene tenuto conto delle superfici a contatto di altre zone climatizzate).

Concludo: forse la praticità di Luckying ti consentirebbe di portare a buon fine un calcolo che gli stessi progettisti di quell'edificio non ti hanno risolto

luckying
10 anni fa
Non sono sicuro se ho capito quanto hai scritto borgo nell'ultimo post.
Chiara la suddivsione delle tre zone, compreso vano scala.
Mi è meno chiara la questione delle superifci della zona non riscaldata, forse non capisco io come inserire i dati nel sw, ma il coefficiente b o se vuoi in alternativa la temperatura, non è determinato dalla relazione tra flussi termici verso l'esterno dall'ambiente non riscaldato e flusso termico dall'ambiente riscaldato verso quello? Mi sa che non puoi inserire nella zona non riscaldata superfici verso ambienti riscaldati nella sua definizione, per questo pensavo che sarebbe stato possibile semplicemente calcolarti a parte, a mano o in un altro file, il b o temperatura della zona non riscaldata.

Sarebbe interessante vedere cosa ti risulterà dal calcolo analitico del locale interrato, rispetto a cosa ti verrebbe applicando direttamente la 9.4 - varrà la pena?

@alberto: appena posso, o meglio devo, cerco di andare più a fondo della questione, intanto se si intravedono lumi ...
borgo1971
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10 anni fa

non ti sembra di essere tornato alle giornate pre-esame? ripassi, ripassi e ti sembra ogni volta di essere più confuso di prima.

Messaggio originale di lbasa:


Sì… purtroppo ogni tanto è prorpio questa l'impressione: mi sembra addirittura che le norme siano mutanti… una sera leggi una cosa e la mattina dopo la rileggi completamente diversa. 😢

hai difficoltà ad accettare l'ipotesi "semplicistica" di disperdere verso zona non riscaldata; e ti preoccupa che la 11300-1, nello scambio verso terreno, ti dia solo 3 fattori di correzione per gli edifici esistenti:
Pavimento controterra 0,45
Parete controterra 0,45
Pavimento su vespaio aerato 0,80

Messaggio originale di lbasa:


Più che altro la norma precisa che sono da usare solo per gli edifici esistenti. E comunque non c'è il piano interrato.

Se non pensi di seguire la strada del paragrafo 9.2 della 13370 (pavimento su spazio aerato)

Messaggio originale di lbasa:


Il 9.2 non mi sembra proprio il caso… se mai il 9.4 (che a sto punto mi sembra il metodo migliore dal punto di vista normativo).

forse può venire utile sapere che la 13789 che, sempre nello scambio termico verso terreno, propone altri due fattori di correzione:
Piano interrato climatizzato 0,45
Piano interrato non climatizzato o parzialmente climatizzato 0,45 (confermando che nelle zone n.r. non viene tenuto conto delle superfici a contatto di altre zone climatizzate).

Messaggio originale di lbasa:


Ma sai che non trovo questi fattori di correzione sulla 13789?! Però ho trovato questa frase (che ritengo interessante ma devo ancora capire come applicare):
"Il coefficiente di trasferimento del calore per trasmissione attraverso il terreno, Hg, è calcolato secondo la ISO 13370. In presenza di ambienti non climatizzati (vedere punto 6), Hg è calcolato come se tali ambienti non ci fossero."

Certo che la casistica "n edifici-impianto, 1 ambiente n.r." potevano anche prevederla sulle norme.
borgo1971
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10 anni fa

non puoi assolutamente in un sistema multiimpianto con vano scale unico utilizzare il metodo delle dispersioni verso l'esterno attraverso locali non riscaldati. No perlomeno utilizzando dispersioni "uno a molti". Il btr,x ti viene completamente errato.

Messaggio originale di albertop:


Adesso (che ho ripreso in mano e ho provato a fare quanto scritto), ho capito cosa mi vuoi dire… non c'è la possibilità di inserire strutture che scambiano con il vano non riscaldato e che non facciano parte dell'edificio da certificare. Ma non è un po' una mancanza? Senza stravolgere il programma, non sarebbe possibile prevedere anche per le zone non riscaldate, strutture confinanti con zone a "temperatura controllata a norma" e che non dipendono dall'impianto, tipo le strutture confinanti con zone climatizzate a temperatura diversa?
Comunque allo stato attuale, i metodi per calcolare le dispersioni attraverso vani non riscaldati comuni a più UI termoautonome, sono i prospetti per i fabbricati esistenti, il pavimento su vano interrato (13370 par. 9.4) o facendo una proporzione del volume e superficie disperdente in base a quelle dei vani riscaldati. Dimentico qualcosa?
albertop
10 anni fa

Adesso (che ho ripreso in mano e ho provato a fare quanto scritto), ho capito cosa mi vuoi dire… non c'è la possibilità di inserire strutture che scambiano con il vano non riscaldato e che non facciano parte dell'edificio da certificare.

Messaggio originale di borgo1971:


Non volevo dire questo. Il meccanismo di calcolo del coefficiente btr,x (peraltro concettualemnte semplice) prevede che lo stesso diventi un coefficiente moltiplicatore per calcolare una trasmittanza termica equivalente (U' = U * btr,x).
E' semplice: il btr,x dipende direttamente da 4 grandezze:
- area da locale riscaldato verso locale non riscaldato
- trasmittanza da locale riscaldato verso locale non riscaldato
- area da locale non riscaldato verso esterno
- trasmittanza da locale non riscaldato verso esterno

Ora, se fai disperdere il tuo singolo locale (esempio 12 mq U=0,3 W/mq) con un vano scale molto grande (esempio 120 mq U=0,3 W/mq) ottieni (ovviamente) un btr,x più basso del reale.

Ma non è un po' una mancanza? Senza stravolgere il programma, non sarebbe possibile prevedere anche per le zone non riscaldate, strutture confinanti con zone a "temperatura controllata a norma" e che non dipendono dall'impianto, tipo le strutture confinanti con zone climatizzate a temperatura diversa?

Messaggio originale di borgo1971:


Con troppa libertà, l'algoritmo di calcolo andrebbe in loop (ed il software pure). L'unica mancanza, se vogliamo (che peraltro non è inserita in molti software ... anzi, forse solo il buon vecchio MC Impianto) è la possibilà di gestire più impianti nel medesimo progetto. In questo modo il calcolo del btr,x sarebbe corretto.

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borgo1971
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10 anni fa

E' semplice: il btr,x dipende direttamente da 4 grandezze:
- area da locale riscaldato verso locale non riscaldato
- trasmittanza da locale riscaldato verso locale non riscaldato
- area da locale non riscaldato verso esterno
- trasmittanza da locale non riscaldato verso esterno

Messaggio originale di albertop:


Mmmhhh… messa così diventa evidente che anche l'uso di quote (di superfici e volumi dei vani non riscaldati in base alla superfici "calde") non è del tutto corretta, o comunque non banale… bisognerebbe tener conto anche dell'eventuale differenza di trasmittanza delle superfici "calde".
Ma allora, come si fa con sto cavolo di vano scale (comune a più U.I. termoautonome)?! Usate tutti il prospetto 5 anche per gli edifici nuovi?
albertop
10 anni fa
Nel caso di impianto centralizzato è semplice. Se devi calcolare TUTTI gli appartamenti di un edificio nuovo, suddividi l'edificio in zone e crei una sola zona non riscaldata (vano scale) . Successivamente fai in modo che TUTTI gli appartamenti disperdano verso la zona non riscaldata.
Nel caso di appartamenti con impianto autonomo il metodo rimane comunque valido ma devi comunque considerare comtemporaneamente TUTTI gli impianti che insistono sulla zona non riscaldata.
Puoi comunque utilizzare il metodo analitico anche con impianto autonomo. E' sufficiente dare una quota parte di superfici che dal vano scale danno verso l'esterno (una parte di pavimento, una parte di parete, una parte di soffitto).
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borgo1971
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10 anni fa

E' sufficiente dare una quota parte di superfici che dal vano scale danno verso l'esterno (una parte di pavimento, una parte di parete, una parte di soffitto).

Messaggio originale di albertop:



In pratica quello che alla fine ho fatto io… ma mi chiedo: tutti quelli che usano MC11300 usano questo metodo? Alternative?
lbasa
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10 anni fa

... tutti quelli che usano MC11300 usano questo metodo? Alternative?

Messaggio originale di borgo1971:



Chi ha una formazione di origine elettrica può modellare il vano scale secondo la teoria delle reti di Kirkhhoff e derivati (Maxwell, Thevenin, Norton).

In un appartamento con caldaia parti con un polo di un generatore di tensione, la parete verso il vano scale è una resistenza, il volume scale sono un ramo a resistenza nulla, gli elementi edilizi del vano scale sono varie resistenze in parallelo verso l'esterno (connesse al ramo a resistenza nulla), l'esterno è l'altro polo del generatore di tensione.
Se ti limiti a questo, il parallelo delle resistenze scala / esterno è minore di ciascuna resistenza singola (come potrebbe essere il caso di un edificio singolo con singolo vano scale dove + o - la parete verso scale corrisponde alla parete delle scale verso esterno) e questo è altro modo di confermare ciò che ti diceva Albertop sulla relazione con le superfici disperdenti.
La temperatura del vano scale equivale nel modello al valore della tensione ai capi del parallelo resistenze scala/esterno; nell'attuale 11300 il concetto della temperatura equivalente è ribaltato nel concetto del fattore correttivo btrx (oggetto della compilaizone in MC).

Ora aggiungi gli altri appartamenti, cioè aggiungi altri rami di ingresso formati da generatore di tensione + resistenza parete appartamento/scale; questi rami di ingresso vanno a confluire nello stesso nodo (ramo a resistenza nulla); tipo albero con tanti rami che confluiscono in un tronco (a lunghezza nulla nel metodo stazionario) e confluiscono nel terreno con il parallelo delle radici.
Secondo il modello elettrico (definito per carico concentrato così come il modello termico invernale è definito stazionario) la tensione alla base dell'albero (prima delle radici) è il prodotto del R parallelo (valore piccolo) per la corrente che transita, e nel tuo caso la corrente ha il contributo di tutti i generatori (valore alto); risultato? dipende dai valori in gioco e se tutti i generatori sono uguali dipende dai rapporti fra le resistenze.

Praticamente, per appartamenti con la stessa sup parete prospiciente la scala non hai differenze nel valore di questa tensione, ed è come considerare il modello così fatto:
generatore equivalente caldaia appartamento, in serie a resistenza equivalente della parete appartamento/scala, in serie a resistenza equivalente della frazione areica degli elementi disperdenti scala / esterno ottenuta secondo media pesata dei coefficienti di trasmissione dei vari appartamenti tra loro (per condominio simmetrico la quota della parete esterna ad essa da assegnare ad un appartamento è Sup.tot. elemento / N appartamenti.

Se vuoi invece il duro analitico, devi aggiungere la considerazione della quota apporti termici e ventilazione pro quota che fino ad ora non stai inglobando nel modello: su questo forse MC, che non è ancora dedicato alla progettazione, non aiuta tanto quanto altri SW (es. provenienti da Novara o da Torino); in Lombardia il Cened ha una procedura analitica con formula che tiene conto di tutto (per singolo impianto, Appendice A del DGR), non so se lo Staff ci aveva già pensato o implementato.

albertop
10 anni fa
Kirkhhoff, Thevenin, Norton mi riportano indietro di trent'anni (ricordo però che al tempo preferivo The musical box: Play me my song / Here it comes again / Play me my song / Here it comes again ...).

Il paragone elettrico è assolutamente perfetto.

Intervengo solo per dire che l'erba del vicino è sicuramente sempre più verde ma:

[quote=borgo1971]... su questo forse MC, che non è ancora dedicato alla progettazione, non aiuta tanto quanto altri SW (es. provenienti da Novara o da Torino)

Messaggio originale di lbasa:


non è propriamente così. Mi spiace contraddirti ma su questo punto MC è senzadubbiamente (mi piace Albanese ...) allo stesso livello (o addirittura più avanti ma questo non sta a me dirlo).

MC è più "lineare" nell'inserimento dei dati: un ambiente non riscaldato viene trattato come uno riscaldato quindi prevede lo stesso meccanismo di scambio termico verso l'esterno. L'accoppiamento fra riscaldato e non riscaldato avviene in fase di inserimento delle superfici disperdenti e non in fase di definizione della struttura ...
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borgo1971
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10 anni fa

secondo la teoria delle reti di Kirkhhoff e derivati (Maxwell, Thevenin, Norton).

Messaggio originale di lbasa:


Tanto per semplificare un po' 😁
Comunque ho capito il concetto (penso)… certo che se nell'uso dei vani non riscaldati, ci fosse la possibilità di inserire la quota spettante a quel componente, forse si avrebbe una soluzione tampone che semplificherebbe un po' le cose.
borgo1971
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10 anni fa

Intervengo solo per dire che l'erba del vicino è sicuramente sempre più verde ma:

Messaggio originale di albertop:


Non so a quali software si riferisca Ibasa e non conosco direttamente quelli della Watts ed MC4, ma chi li usa mi ha detto che entrambi gestiscono più impianti, e che le zone n.r. come il vano scale vengono calcolate automaticamente tenendo conto di tutte le zone confinanti.
albertop
10 anni fa
Un'altra quota millesimale che infiniti addusse lutti ai certificatori? Sei troppo programmatore di computer 😂 😂 😂.
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lbasa
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10 anni fa

... su questo punto MC è senzadubbiamente (mi piace Albanese ...) allo stesso livello (o addirittura più avanti ma questo non sta a me dirlo). ...

Messaggio originale di albertop:


Mi sono fatto prendere la mano anch'io, come tanti in questo forum che vorrebbero una suite di vera progettazione integrata e certificazione in un unico pacchetto ed a poco prezzo.

... The musical box: Play me my song / Here it comes again / Play me my song / Here it comes again ...

Messaggio originale di albertop:


E magari ci vuoi dire che eri presente a questo concertino del 1972?
UserPostedImage


albertop
10 anni fa
Grande lbasa, sei come la treccani. Universale!!!

E da dove sbuca questo cimelio??? 😮😮😮

[OT]
Il 09 aprile del 1972 avevo 14 anni e le possibilità economiche/di libertà non erano le stesse dei ragazzi di oggi. Più avanti con gli anni i musicisti esteri hanno smesso di venire in Italia (c'è stato il periodo in cui in Italia ogni concerto veniva sabotato) quindi ho visto ben poco rispetto a quelli più grandi di me.
Ancora oggi, al pensiero che quei cinque ragazzi ventenni (la cui somma di età era di poco superiore a quella del nostro presidente della repubblica ...) hanno scritto capolavori del genere mi viene la pelle d'oca.

Ascoltavo tutto l'ascoltabile. Perdevo pomeriggi a casa di amici ad ascoltare musica (Genesis, Yes, ELP e tutti gli altri). Se qualche giovane di oggi sta ancora leggendo: non c'era internet, torrent, la chiavetta USB e tantomeno dropbox; per condividere un LP (l'attuale CD) bisognava recarsi fisicamente a casa dell'amico ... (oppure lui portava l'LP da te).

Thevenin poteva attendere. Il mio professore di elettronica era pure bravo ma del generatore equivalente non rimaneva molto nella mia (forse anche nell'altrui) testa ...

Vabbè fine OT. Quando si ricorda con gioia il passato significa essere vecchi. Vero lbasa? 😂 😂 😂
[/OT]
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