... Nel caso in cui in un appartamento, per il riscaldamento, ci siano sia la pompa di calore aria-aria che una caldaia c'è la possibilità di inserire la pdc facendo in modo che lavori solo in alcuni mesi facendo poi subentrare la caldaia? ...
Messaggio originale di Lombo:
Partecipazione breve (per i miei tempi) ma l'argomento è molto serio, ed in questo forum si interseca sempre.
Albertop ci dice ciò che la 11300-4 ci consente di indicare quali dati di ingresso, ma l'ipotesi Lombo è il caso più difficile da classificare in termini di certificazione; o meglio, è più difficile concordare fra ciò che si interpreta come "impianto reale come rilevato" e funzionamento reale nei possibili gradi di occupazione.
Se a monte delle 11300-2 e 4 andiamo a vedere la norma padre (famiglia 15603) vediamo alcuni punti base:
- partizionamento dell'edificio: per zone di sistemi impiantistici si intendono i locali serviti dal medesimo circuito di un sistema tecnico;
- interconnessione: principio generale: per descrivere impianti complessi occorrono "nodi" per connettere circuiti utenti e circuiti di generazione I nodi connettono anche impianti di tipo diverso (i "nodi"); solo così si individuano le priorità.
Ora: in presenza di fluido vettore aria per la PdC e di fluido vettore acqua per la caldaia, con quale probabilità una realtà di impianto ci confermerà ciò che mettiamo in certificazione, cioè che sopra Tbiv esterna lavora solo la PdC e sotto Tbiv esterna lavorano insieme?
E' quasi più confermabile dalla realtà assegnare alla PdC il fittizio scopo di trattare aria in VMC (che non c'è, ma renderebbe i risultati finali di energia più simili alla realtà.
Un' ultima cosa a beneficio di MC: non è utile solo per certificazione, ma anche per diagnosi di riqualificazione (es incentivi fiscali): in questo caso per Tbiv può essere utilizzato il valore di T che rende meno conveniente la PdC rispetto alla caldaia "in termini economici (COP)", non "in termini energetici (FC)".