Salve Lucio,
Le fa onore chiedere altrui opinioni o riferimenti per quegli argomenti non completamente dipanati dalla formazione didattica e che il mondo del lavoro porta a dover trattare. Il DPR 75-2013, prescindendo ora dalle molte omissioni interpretative, motiva una doppia definizione di "tecnico abilitato" distinguendo fra tecnico abilitato alla professione e tecnico abilitato alla certificazione; l'argomento è di principale interesse nei forum tecnici quale questo; dal DPR prendo il seguente paragrafo (art 2 cm 3):
"... ove il tecnico non sia competente in tutti i campi sopra citati o nel caso che alcuni di essi esulino dal proprio ambito di competenza, egli deve operare in collaborazione con altro tecnico abilitato in modo che il gruppo costituito copra tutti gli ambiti professionali su cui è richiesta la competenza ...".
In generale (per questa certificazione e per le future) sarebbe auspicabile integrare le competenze mancanti con partnership fra tecnici (comprendo la difficoltà nel considerare, in questi casi, gli accordi economici).
Per la mia formazione ad esempio, oltre al corso abilitante, apprezzo il visitare e leggere forum di discussione specializzati come questo o altri, oppure sfrutto il web che mette a disposizioni lezioni di didattica superiore (che differenza col pre-internet ...); questo ad esempio è un forum misto (oltre che educato), ci sono poi forum di professionisti che allargano davvero gli orizzonti (se abbiamo giusta umiltà). Usi in questo forum la funzione "cerca" disponibile nella barra in alto, è preziosa.
Nel Suo caso attuale (penso per calcolo standard): il considerare di poter separare assorbimenti di ausiliari elettrici fra sistema di generazione e di distribuzione nasce, correttamente, dall'arrivare ai rispettivi fabbisogni stagionale secondo due considerazioni diverse (in generazione gli ausiliari lavorano in funzione del fattore di carico, in distribuzione lavorano 24h/24h a meno che il sistema regolazione non introduca ulteriori giustificazioni) e quindi il risultato teorico differisce; partendo dai dati in possesso il trovare rispettivi pesi può rivolgersi contro al modello standard di certificazione; ad esempio:
- di solito le Chaffoteaux (è una murale?) ha 1 circolatore interno; ma in altri casi? Ci possono essere + pompe interne per riscaldamento, ed anche una pompa per ACS; come dare consiglio?
- le pompe, intese in generale come elemento meccanico costruttivo, sono dichiarate dai rispettivi costruttori mediante uno o + grafici (meno spesso tabelle) che mettono in relazione prevalenza con portata teorica ed anche assorbimento elettrico con portata; nei casi fortunati si trovano tali grafici (non è il Suo caso a quanto pare) ma questo non è ancora definitivo perché teoricamente ci sono in caldaia (come in centrale termica) circolatori a portata costante ed a portata variabile, elettromeccaniche o elettroniche, a giri fissi ed a giri variabili; come dare consiglio?
- anche avendo i grafici come si individua il punto di lavoro? Occorre conoscere l'impianto, tracciarne la retta di carico e trovare il punto di assorbimento; come lo può fare un certificatore che non abbia acquisito casistica di relazione numerica fra progetto ed installato?
- recentemente in questo forum si sta sviluppando una discussione sull'allegare il libretto d'impianto all'APE; l'ultimo controllo sulla caldaia è reperibile ed è entro i termini temporali di validità? ha dato esito positivo? Basarsi sulla scheda tecnica è considerato (e confermato dalla Legge 90-2013) insufficiente per valutare le prestazioni del generatore.
- proseguendo comunque nel trovare una quadra e superare in qualche modo l'ostacolo nell'individuare, per i consumi elettrici, i rapporti fra W assorbita dal circolatore ed il resto, consideri che il circolatore deve garantire una portata Q, (individuata dall'impianto) vincendo perdite/forze contrarie, cioè inducendo pressione (prevalenza H) che le controbilanci; nel modello teorico (e per corrette unità di misura) Pw = Q*H; da esso si tiene poi conto di semplificazioni (nel calcolo della portata si semplifica la relazione fra volume e massa ipotizzando densità = 1000) e si tiene conto delle condizioni peggiorative (dalla potenza nominale all'asse si aggiunge il fattore rendimento per arrivare all'assorbimento); quale rendimento adottare? 0,7? 0,76? 0,67?
- in funzione delle dimensioni d'impianto operative (comprese le ipotesi di scarico fumi) nel mercato delle 24 kW ci sono caldaie con pompe interne a prevalenza superiore ed altre inferiore (ciò influisce anche sugli assorbimenti); personalmente penso che ipotizzare generalmente 50W sia sottostimante, confermerei il rapporto 2/3 1/3 (è una caldaia non a condensazione, la potenza del ventilatore aria è limitata) INDICANDO NELL'ATTESTATO LA SCELTA FATTA, altrimenti come affrontare un controllo di altro certificatore con proprie considerazioni (va a farsi benedire il concetto standard)?
In alternativa usi i prospetti per valori precalcolati in presenza di caldaie esistenti (e se le condizioni di esercizio sono quelle definite per l'utilizzo di tali prospetti).