Purtroppo si tratta di una questione dibattuta da moltissimo tempo ma senza apparente soluzione !!! La normativa (legge 373 e successive integrazioni) indica il calcolo del Cd con una semplice formula.
Cd = Q / V*dt
dove
Q = dispersioni totali per trasmissione
V = volume lordo riscaldato
Il Cd limite viene invece calcolato per interpolazione di una tabella e funzione del valore del rapporto S/V
dove
S = superficie che racchiude il volume, V
Da quanto emerge, le definizioni sono alquanto generiche ed ogni progettista è in grado di fornire una giustificazione per utilizzare un valore piuttosto che un altro.
Cosa fa il programma? Fermo restando che i valori di V e di S possono (anzi debbono) essere inseriti dal progettista, esegue alcune operazioni particolari:
Nel calcolo del volume lordo, il programma propone la somma dei valori dei volumi netti dei locali appartenenti all'impianto / rapporto volume netto su lordo così come specificato in definizione impianto. Si tratta di un valore proposto quindi potrebbe essere verosimile oppure errato.
Per la superficie disperdente, il programma totalizza le superfici disperdenti per tipologia di superficie disperdente (dispersioni verso l'esterno, dispersioni verso il terreno, dispersioni verso locali adiacenti non riscaldati). Questi dati calcolati vengono, anche qui, proposti in apposita videata. Il progettista, a suo insindacabile giudizio, può decidere di utilizzare la somma, di considerarne una parte o fare quello che desidera.
Questa risposta è un atto dovuto per spiegare il comportamento del programma in quella funzionalità. Se qualcuno desidera inserire delle osservazioni su un argomento così dibattuto, ben venga!!!
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