borgo1971
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11 anni fa
Vorrei delle opinioni su come applicare la norma in caso di vani "ibridi", ovvero vani in cui sono presenti corpi scaldanti, ma che normalmente non vengono riscaldati (e non hanno caratteristiche tali da poter essere considerati abitabili). Non è la prima volta che mi capita, in particolare adesso ho un edificio con un appartamento al primo piano ed una stanza al piano terra in cui è stata ricavata una specie di taverna e portato un radiatore. Secondo il proprietario, normalmente il radiatore è spento, e lo accende solo quando intende usare la taverna (3-4 volte all'anno). La differenza con o senza la stanza è notevole, in quanto aumenta la superficie disperdente, che oltretutto non è coibentata (a differenza del primo piano dove dovrebbe esserci un intercapedine con 3cm di lana di vetro.
Seconda questione, che si potrebbe applicare anche in questo caso, sono gli interventi di miglioramento con modifica di sagoma: mi è già capitato di certificare un fabbricato in cui c'era un vano al grezzo privo di serramenti esterni e non coibentato verso la zona riscaldata, e negli interventi di miglioramento avevo previsto la chiusura del vano in quanto era la soluzione più logica, ma tale intervento prevedeva la modificato sia del volume che delle superfici (+volume,+su,-sd)... ritenete che sia corretto che gli interventi di miglioramento possano prevedere modifiche della sagoma della zona riscaldata? IMHO, in casi particolari sì... Ma nel caso di prima, se il vano ibrido dovesse essere calcolato riscaldato, ritenete che il distacco del radiatore possa essere un intervento consigliabile?
luckying
11 anni fa
Le mie opinioni
Vani ibridi
La certificazione si applica per standard, questo vuol dire che il comportamento personale dell'attuale utente non ha nessun rilievo, io considero e considererei parte del volume riscaldato il locale dichiarato di sgombero ad es. che però è raggiunto dall'impianto, emissione compresa.

Modifica sagoma
Direi che seguirei il buon senso, ovvero se ti senti di consigliarlo veramente al cliente ha senso scriverlo.
borgo1971
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11 anni fa

La certificazione si applica per standard, questo vuol dire che il comportamento personale dell'attuale utente non ha nessun rilievo

Messaggio originale di luckying:


Detto così sembra facile...

io considero e considererei parte del volume riscaldato il locale dichiarato di sgombero ad es. che però è raggiunto dall'impianto, emissione compresa.

Messaggio originale di luckying:


Il fatto è che è proprio il comportamento dell'utente che senza alcun progetto ha collegato o fatto collegare un radiatore (con una saracinesche vicino alla deviazioni di mandata e ritorno) per scaldare occasionalmente un vano il cui uso standard sarebbe tutt'altro (catastalmente è indicato come cantina).

Per la modifica della sagoma, a seconda del ragionamento che faccio arrivo a conclusioni opposte... e a livello normativo non ho trovato indicazioni in merito.
luckying
11 anni fa
Mah, se ci sono le saracinesche potresti anche pensare di non considerarlo quel vano, in generale però io personalmente mi comporto come dicevo, il sopralluogo serve a verificare lo stato reale, ho perso dei lavori per questo motivo spiegando al cliente che non potevo dichiarare cose diverse dalla realtà.
Per comportamento dell'utente intendo ai fini dell'utilizzo dell'impianto, non del fai da te - ovvero la dichiarazione di uso discontinuo del radiatore è irrilevante ai fini della certificazione, ciò che è rilevante è definire il volume riscaldato o meno.

Non penso ci possano essere indicazioni normative, però le norme si riferiscono sempre al sistema edificio-impianto che stai valutando, modifcare la sagoma a rigor di logica porterebbe a un nuovo sistema, quindi non avrebbe senso di applicazione - fin qui il ragionamento logico per cui forse alla fine cercherei di evitare tale situazione.
pelly
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11 anni fa
In definitiva un certificatore non è un progettista: non importa se quel radiatore è presente o meno nella L10 o se rimane sempre spento, se c'è va considerato riscaldabile, nelle condizioni standard previste. Nel momento in cui siamo dei certificatori, dobbiamo solo rilevare lo stato delle cose e trascriverlo sull'APE. Indipendentemente da tutto il resto. Anche perchè, visti i risvolti penali e le sanzioni che sono state inserite nel DL 63 e visto che sembra che i controlli primo o poi partiranno, ci vuole un bel po' di pelo sullo stomaco a dichiarare il falso o ad effettuare APE in modo frettoloso.
Sulla modifica della sagoma, perchè no. Valutando caso per caso, nell'eventualità che ci sia un effettivo miglioramento, secondo me è fattibile. Nessuno dice che ci si deve limitare a mettere il cappotto o ad installare un impianto solare...
borgo1971
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11 anni fa
Dopo aver sentito ARES (nei giorni scorsi non c'ero riuscito), ho deciso di escludere il vano dal calcolo, riportando comunque la sua presenza e la motivazione dell'esclusione nelle note (sconsigliandone l'uso).
Per quanto riguarda la sagoma, leggendo l'ultimo commento di luckying, avevo trovato una certa logicità nel suo discorso... ma ripensandoci, il discorso di non modificare il sistema edificio-impianto varrebbe anche per la sostituzione del generatore... insomma, resta una questione di punti di vista, che salvo qualche chiarimento in un senso o nell'altro, continuerò ad usare solo in condizioni particolari.
luckying
11 anni fa
Oddio la sostituzione del generatore non è proprio una modifica dell'impianto, lo sarebbe se passassi nello stesso tempo da radiatori a pannelli radianti - la modfica della sagoma comporta una modifica del rapporto S/V non semplicemente di rendimenti, quindi logicamente sarebbe meno plausibile - concordo con la conclusione sperando che i casi particolari tendano allo zero
borgo1971
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11 anni fa

Oddio la sostituzione del generatore non è proprio una modifica dell'impianto, lo sarebbe

Messaggio originale di luckying:

...
L'installazione di un impianto dove non c'è (e si simula il riscaldamento ad induzione)?
luckying
11 anni fa
Bella questa: è un sistema fittizio, convenzionale.
borgo1971
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11 anni fa
Non mi hai capito: se l'edificio è privo di impianti, io come primo intervento prevedo l'installazione di un nuovo impianto. Per cui si modifica radicalmente il sistema impianto-edificio.
luckying
11 anni fa
Stiamo sicuramente filosofeggiando, però io sostenevo proprio che non era come dicevi: dove non c'è l'impianto ne devi creare uno convenzionale, per cui puoi proporre i miglioramenti.
D'altronde l'alterazione del rapporto S/V può portare dei miglioramenti diciamo intrinseci, come d'altronde si dovrebbe fare con un'accurata progettazione dell'edificio, quindi alla fine anche questo tipo di intervento può essere plausibile - se è razionale e sarebbe quindi nella pratica consigliabile all'utilizzatore, perché no?