edisone
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11 anni fa
Salve, chiedo scusa ma ho bisogno di un chiarimento (urgente sorry):

Siamo in Veneto.
Caso nr. 1
Capannone diviso in uffici e laboratorio, tutte le zone prive di impianto = Procedo ipotizzando un'impianto elettrico solo per la parte degli uffici ? e nulla per la parte laboratorio.


Caso nr. 2
Capannone diviso in uffici e laboratorio, impianti diversi per ogni zona = Procedo creando due zone (una per gli uffici e uno per il laboratorio) e produco un singolo ACE edificio ?


Grazie 😊 😕

albertop
11 anni fa

Salve, chiedo scusa ma ho bisogno di un chiarimento (urgente sorry):

Messaggio originale di edisone:


I miei due cents:

Capannone diviso in uffici e laboratorio, tutte le zone prive di impianto = Procedo ipotizzando un'impianto elettrico solo per la parte degli uffici ? e nulla per la parte laboratorio.

Messaggio originale di edisone:


perchè nulla la parte laboratorio? se io acquisto e del laboratorio cambio la destinazione d'uso?

Capannone diviso in uffici e laboratorio, impianti diversi per ogni zona = Procedo creando due zone (una per gli uffici e uno per il laboratorio) e produco un singolo ACE edificio ?

Messaggio originale di edisone:


uno per ogni impianto.
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freev
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11 anni fa
Alberto, non è che mi hai convinto molto nella risposta al caso 1!!!
Quando si va a certificare non si certifica l'esistente??? Insomma, tutto ciò che ha timbro e firma di un tecnico abilitato da un qualsiasi ordine, acquista valore di rilievo, ovvero al tempo X (giorno del sopralluogo o comunque di redazione della perizia) tu (certificatore) dichiari che quelle sono le condizioni dei luoghi. Questo è vero ancora di più se consideri che il documento timbrato e firmato, può essere impugnato in qualisiasi causa per dimostrare che quando era stata certificata l'immobile le condizioni erano quelle. Prendiamo ad esempio gli edifici di vecchia costruzione (centri storici) dove la documentazione edilizia (permessi etc.. ) è spesso lacunosa o peggio completamente mancante/persa. Il tecnico fa il sopralluogo e dichiara quello che vede, ovvero un'appartamento al piano terra collegato ad un ambiente non riscaldato (garage, magazzino o altro). Qualche anno dopo il proprietario esegue un abuso cambiando la destinazione d'uso senza titolo edilizio. Viene scoperto e dichiara che quella cosa c'è sempre stata. In questi casi si ricorre sempre alla ricerca documenale storica, vecchie foto, o qualsiasi materiale che documenti un periodo storico dia ragione ad una delle parti. Abbiamo detto però che detto materiale si è perso nel tempo, ma c'è sempre la certicficazione che hai fatto tu qualche anno prima e che da ragione al truffaldino proprietario di casa, secondo il ragionamento di Alberto, perchè quello è un locale riscaldato e quindi abitabile!!! é un caso limite, ma vi assicuro che lavorando nei paesi ne escono di problemi del genere, a me sono capitati. Un timbro ed una firma acquistano sempre valore di rilievo e di certificazione, sia che siparli di accaastamento, che si parli di richiesta di DIA che di certificazione energetica .... non credo di sbagliarmi, se è vero il contrario fatemelo sapere!!!
Poi seguendo il tuo ragionamento non dovrebbero esistere zone non riscaldate, perchè la destinazione d'uso può cambiare in ogni momento, a seconda di come cambiano le leggi o i proprietari, o peggio ancora a seconda dell'utilizzo che vuole farne il padrone dell'immobile con cui confino.... la casistica è quasi infinita!!!
é ovvio che se cambio la destinazione d'uso, per me cambiano le condizioni al contorno, ovvero è come se cambiasse l'involucro, quindi andrebbe a mio parere rifatta la certificazione visto che cambiano diversi fattori di calcolo
edisone
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11 anni fa

Capannone diviso in uffici e laboratorio, tutte le zone prive di impianto = Procedo ipotizzando un'impianto elettrico solo per la parte degli uffici ? e nulla per la parte laboratorio.

Messaggio originale di edisone:


perchè nulla la parte laboratorio? se io acquisto e del laboratorio cambio la destinazione d'uso?

Io non ho considerato il laboratorio per questo motivo: in “Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici” All’allegato 1 (allegato A, paragrafo 2)
a) Climatizzazione invernale
In presenza di edifici che hanno un indice di prestazione dell’involucro edilizio maggiore del valore limite riportato nelle seguenti tabelle 1 e 2, in funzione della fascia climatica, rispettivamente per edifici ad uso residenziale e non residenziale, con l’esclusione degli edifici industriali (categoria E.8), in considerazione del concetto di certificazione della prestazione basato sull’ipotesi di utilizzo convenzionale e standard dell’edificio in esame, si presume che le condizioni di comfort invernale siano raggiunte grazie ad apparecchi alimentati dalla rete elettrica.
😕

Altra domanda:
Cappannone con zona uffici e zona laboratorio con unico impianto: è suffuciente produrre un solo ACE edificio o vanno prodotti 2 ACE uno per ogni zona ?

Grazie


albertop
11 anni fa

Poi seguendo il tuo ragionamento non dovrebbero esistere zone non riscaldate

Messaggio originale di freev:


Sono d'accordo su tutto quanto affermi ma devo contraddirti su questo pararafo. Il ragionamento non è mio ma del "solito" allegato 1 delle linee guida "Indicazioni per il calcolo della prestazione energetica di edifici non dotati di impianto di climatizzazione invernale ..."

Il fatto del "cambio di destinazione d'uso" me lo potevo risparmiare. Era un ragionamento a voce alta. E' chiaro che se io compero un capannone devo sapere che consumo parecchio ed il legislatore ha fatto tutto questo per salvaguardare chi acquista (almeno per come la vedo io).
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albertop
11 anni fa

All’allegato 1 (allegato A, paragrafo 2)

Messaggio originale di edisone:


Ti sei fermato al punto (i). Lo sai che le norme in Italia sono contorte: leggi anche il punto (iii).
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freev
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11 anni fa
in effetti anche io sono stato tratto in inganno dal fatto che si tratta di un capannone. Nelle mia testa infatti avevo in mente quei capannoni per attività produttive NON riscaldati, come ad esempio gommisti, officine, attività industriali varie, per cui praticamente hanno solo dei muri intorno, ma all'atto pratico ci sono dei grandi portoni sempre aperti, quindi è come se lavorassero all'aperto. In questo caso come ci si comporta??? Tecnicamente e praticamente è un locale non riscaldato, non posso andare a considerare l'ambiente in esame come se fosse riscaldato da impianto elettrico ..... sarebbe come dire che devo attaccare una stufetta elettrica al sedere di ogni muratore che sta ristrutturando un edificio, solo perchè ha un tetto sulla testa, anche se poi l'edificio in qestione è completamente sventrato!!!! Insomma il senso del mio discorso è: ci sono delle attività lavorative che si svolgono all'aperto od in locali non climatizzati, questo potrebbe essere il nostro caso, allora come ci si comporta??? Perchè altrimenti torniamo al primo punto, ovvero per definizione dovremmo dire che non esistono zone non riscaldate. Non so se sono riuscito a spiegarmi