studio17
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11 anni fa
Ciao a tutti,
piccolo sondaggio: che valore di temperatura media dell'acqua calda sanitaria generalmente inserite nel calcolo analitico delle perdite di distribuzione?

Lo chiedo perchè ad un corso mi è stato detto di inserire un valore ponderato giornaliero (tipo +25/30°C) perchè l'acqua calda sanitaria non è sempre presente alla temperatura di progetto nella tubazione (altrimenti si sovrappondano le perdite di distribuzione).

Visto che il dato influisce in maniera sostanziale sul calcolo, soprattutto con reti estese (ho circa 1600 mt di tubazione compreso il ricircolo), volevo un po' il parere del forum.

Saluti e tutti.
albertop
11 anni fa
La revisione della UNI/TS 11300-2 (in inchiesta pubblica) è più esplicita:

7.1.4 Temperature dell’acqua calda sanitaria
Per tutti le tipologie di valutazione si assumono i seguenti valori di temperatura dell’acqua:

prospetto 32 – Temperatura dell’acqua nella rete di distribuzione dell’acqua calda sanitaria
Rete di distribuzione alle utenze 48 °C
Rete di ricircolo 48 °C
Rete distribuzione finale 48 °C

Per quanto riguarda i serbatoi di accumulo e i circuiti di collegamento tra generatore e serbatoio (circuito primario), in mancanza di dati di progetto nel caso di generatori a fiamma alimentati con combustibili fossili, si assumono i seguenti valori di default:

prospetto 33 – Temperatura dell’acqua nella rete di distribuzione dell’acqua calda sanitaria
Serbatoio di accumulo 60 °C
Circuito primario serbatoio/generatore (temperatura media) 70 °C


Fintantoché è in inchiesta pubblica si possono richiedere delle modifiche. Quando sarà in vigore si dovranno utilizzare quei valori. Fate muovere gli "ordini" ...

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studio17
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11 anni fa
A parte Alberto, c'è qualche forumista che usa il sistema analitico e che mi dice che temperature usa??

ansaloni
11 anni fa
Onestamente io uso queste temperature.
1) impianto centralizzato ed autonomo con bollitore esterno:
a) accumulo 60°C;
b) 50°C la rete di distribuzione
c) 70/50 produzione (priorità ACS)

2) impianto autonomo con bollitore in caldaia:
a) 45°C la rete di distribuzione
b) 70/50 produzione (priorità ACS)

Ciao
rastorino
11 anni fa
A proposito di temperatura dell'acs nell'accumulo:

qualcono si ricorda la legge che dà tale valore (il minimo da considerare) per questioni sanitarie? (non so se è una raccomandazione, decreto o cos'altro)

Grazie
ansaloni
11 anni fa
Non so se esiste per il bollitore.
Il DPR 412/93 indica per la rete di distribuzione 48 + 5 °C.
La temperatura del bollitore è funzione del progetto e dipende dalla potenza istantanea a disposizione, dal tempo che decido per il riscaldo completo, dalla dimensione dell'accumulo, ecc.

Se ti riferisci al trattamento termico anti "legionella" ... è l'ultima strada che percorrerei la "disinfezione termica".

Ciao
luckying
11 anni fa

A proposito di temperatura dell'acs nell'accumulo:

qualcono si ricorda la legge che dà tale valore (il minimo da considerare) per questioni sanitarie? (non so se è una raccomandazione, decreto o cos'altro)

Messaggio originale di rastorino:



Non mi risultano norme specifiche ma linee guida:

- quella della conferenza stato e regioni del 04/04/2000: generale, tratta tutti i tipi di impianti soggetti a proliferazione di legionellosi
- linee guida del ministero della salute per le strutture ricettive e termali, del 2005
- linee guida della conferenza stato e regioni del 2006 sugli impianti di climatizzazione


luckying
11 anni fa


Se ti riferisci al trattamento termico anti "legionella" ... è l'ultima strada che percorrerei la "disinfezione termica".

Messaggio originale di ansaloni:



beh, però l'alternativa è la profilassi chimica, a cadenze ben serrate con svuotamento e disinfezione dell'accumulo, e nel caso delle tubazioni, lavaggio chimico - chi l'ha mai fatta?
rastorino
11 anni fa
Si intendevo proprio contro la legionella. Se non erro viene indicata una temperatura minima di 55° per l'accumulo.

Quindi in realtà non c'è un obbligo?
ansaloni
11 anni fa
Esistono prodotti da dosare con apposite pompe ad ex perossido di ossigeno, cloro ed altri.
Con la disinfezione termica non riesco a raggiunsere, purtroppo, i singoli erogatori (rubinetti) ed i tratti in cui il ricircolo (portato ogni tanto a 65 °C) non è presente.
La "legionella" è un cliente scomodo da gestire.
luckying
11 anni fa

Esistono prodotti da dosare con apposite pompe ad ex perossido di ossigeno, cloro ed altri.
Con la disinfezione termica non riesco a raggiunsere, purtroppo, i singoli erogatori (rubinetti) ed i tratti in cui il ricircolo (portato ogni tanto a 65 °C) non è presente.
La "legionella" è un cliente scomodo da gestire.

Messaggio originale di ansaloni:




hai perfettamente ragione, però proprio per questo le linee guide normative e delle associazioni, raccomandano di non utilizzare un solo sistema, ma sempre una combinazione per avere maggiore probabilità di successo su tutte le fasi di presenza, sviluppo e virulenza della legionella.
Quindi ok ai dosaggi, ma anche ok agli shock termici
rastorino
11 anni fa
Nella pratica professionale come vi comportate? sia per piccoli impianti domestici che per impianti di una certa dimensione (ad esempio palazzetti dello sport, uffici, ecc.)
luckying
11 anni fa

Si intendevo proprio contro la legionella. Se non erro viene indicata una temperatura minima di 55° per l'accumulo.

Quindi in realtà non c'è un obbligo?

Messaggio originale di rastorino:



non mi risultano obblighi di legge, secondo le linee guide bisognerebbe mantenere l'accumulo oltre i 52-55° per evitare la proliferazione, 50° secondo l'ASHRAEE.
Rimarrebbe sempre il problema dei circuiti di distribuzione a 45-48°, che potrebbero essere interessati da ricircolo notturno a temperature più elevate.
Poi sono previsti trattamenti biocidi, ecc... e in teoria controlli periodici di analisi batteriologica e eventuali provvedimenti - shock termici e chimici.
Sotto i 20° la legionella non è attiva
SuperP
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11 anni fa

Fate muovere gli "ordini" ...

Messaggio originale di albertop:



Gli ordini non si muovono menneno su cose mooooooooooolto + gravi e serie.
borgo1971
10 anni fa

La revisione della UNI/TS 11300-2 (in inchiesta pubblica) è più esplicita:

[i]7.1.4 Temperature dell’acqua calda sanitaria
Per tutti le tipologie di valutazione si assumono i seguenti valori di temperatura dell’acqua:

prospetto 32 – Temperatura dell’acqua nella rete di distribuzione dell’acqua calda sanitaria
Rete di distribuzione alle utenze 48 °C
Rete di ricircolo 48 °C
Rete distribuzione finale 48 °C

Messaggio originale di albertop:



Di questo se ne sa qualcosa di più preciso? Sto facendo delle prove (tanto per cambiare) e mettendo 48° a tutta la rete di distribuzione (~26m) mi passa l'EPacs da 20,8 a 39,7 kWh/mq·anno, parzialmente recuperati sull'EPi; l'EPgl rispetto al calcolo con il prospetto 30 (che non si può usare nelle nuove costruzioni) peggiora comunque si 9 kWh/mq·anno. Per avere valori pressoché allineati, bisognerebbe usare 23°C...