Caso pratico.
Ampliamento >20% (un locale)
- Impianto esistente a radiatori in alluminio
- Cronotermostato
- Unica zona
- Caldaia esistente murale istantanea con rendimento nominale del 90% alla potenza massima di 25 kW
L'ampliamento ha un fabbisogno di punta di 954 Watt
Pertanto saranno aggiunti due radiatori in alluminio (per una migliore distribuzione del calore) diramandoli dal collettore di distribuzione presente nelle vicinanze (parametri idraulici soddisfatti ad abbondanza)
Per l'intervento in progetto la legge richiede (se non sbaglio) il rispetto
- dell'EPI,
- dei vari parametri delle strutture
- del rendimento globale medio stagionale dell’impianto termico.
Io mi muovo così (con qualche dubbio)
Redigo una legge 10 per la sola parte in ampliamento, per cui
- nuove strutture rispondenti in pieno alle disposizioni di legge
- fattore di forma della sola zona in ampliamento
- rendimenti di emissione, regolazione e distribuzione secondo le scelte impiantistiche
- parametri della caldaia... quelli attribuibili all'apparecchio esistente
Un primo punto di dubbio è il valore della potenza nominale da inserire; immetto potenza nominale 1000 Watt e penso che sia per lo meno "poco sbagliato" perchè di fatto, supponendo per pura teoria che la caldaia esistente sua perfettamente calibrata all'impianto esistente, aumentando il fabisogno di punta devo aumentare la potenza di una quantità pari all'aumentato fabbisogno.
Se invece immetto il valore effettivo (magari 15 kW) mi risulta un generatore mostruosamente sovradimensionato e finisce il gioco.
Il problema rimane però per i restanti parametri del generatore.
Alla resa dei conti l'EPI è soddisfatto, ma il rend. glob. medio stagionale no perchè il rendimento di produzione è basso.
Come se ne esce ?
In sintesi
1) Il procedimento adottatto è giusto ?
2) E' possibile, per legge, derogare dal rispetto del valore del Rend. Glob. medio stagionale ?
Gradite le opinioni degli addetti ai lavori.
Saluti ed auguri