Sono restato veramente allibito dall'articolo di
Edilportale sulle "semplificazioni" delle compravendite , sia per la forma che per la sostanza. Per la forma, perché Edilportale che è un punto di riferimento in materia di edilizia e immobili fa un titolo assolutamente fuorviante, in quanto formalmente non vi è alcuna semplificazione se non per i passaggi a titolo gratuito.
Ma andiamo per ordine: nel caso dei passaggi di proprietà a titolo gratuito ho sempre nutrito dei dubbi sull'opportunità di prevedere l'obbligo di predisporre l'APE, ma tant'è, ormai che c'era questa modifica sarebbe comunque un passo all'indietro che denota l'incapacità di questa classe politica di prendere delle decisioni ponderate e sostenibili, nell’interesse della popolazione. Inoltre un eventuale passo indietro diventa una presa per i fondelli per chi nel frattempo è incorso in quest'obbligo, mettendo in cattiva luce chi ha sostenuto l’esistenza di questo obbligo.
Ma il discorso si fa ancora più torbido ed inquietante per quanto riguarda le compravendite vere e proprie e le locazioni. In questo caso la modifica normativa prospettata non porta alcuna semplificazione ai cittadini che intendono rispettare la legge, ma limita i danni per chi non intende rispettarla, gettando ulteriori ombre e discredito su tutto il sistema di certificazione energetica degli edifici. Già il proliferare di certificazioni a basso costo e di dubbia attendibilità, con un assenza quasi totale di controlli, rende difficile far comprendere ai cittadini che non si tratta solo di una formalità burocratica, ma di uno strumento utile per la valutazione degli edifici e per incentivare la riqualificazione energetica degli stessi. E la riqualificazione degli edifici sarà sempre più importante per una società inflazionata da edifici (in gran parte obsoleti) come la nostra. Se si riuscisse ad avviare seriamente il sistema di certificazione e riqualificazione, i benefici potrebbero essere molteplici: risparmio energetico e dei costi con maggiore comfort abitativo per i proprietari, volano economico per la società e riduzione del flusso di denaro verso i paesi produttori, riduzione delle emissioni inquinanti e climalteranti per le generazioni future. Ma in questa situazione di incertezza e continui cambi di direzione da parte del legislatore, tutto passa in secondo piano, rendendo questo strumento inviso ai cittadini che non ne comprendono le finalità e/o non credono nella sua attuazione, e articoli con titoli come quelli di Edilportale non possono essere trascurati.
Ritornando nel merito della modifica legislativa prospettata, si ritiene comunque assurda questa retromarcia sulla nullità degli atti in mancanza dell’attestato di prestazione energetica, sostituita con una ridicola sanzione amministrativa da 500 euro, ancora più ridicola se confrontata con i 3000 euro per ogni annuncio che non riporta la classe e gli indici di prestazione richiesti. Una sanzione di questo tipo darebbe a la possibilità di scegliere la strada della sanzione senza preoccuparsi di far redigere alcun certificato, che se fatto seriamente, in certi casi può costare anche di più di quella cifra. In pratica una riesumazione del certificato in classe G, solo che adesso costerà 500 euro. La nullità degli atti è e resta la forma sanzionatoria più efficace, indipendente dal potere economico del venditore, che tra l’altro non vige solo per la mancanza dell’attestato di prestazione energetica, ma è prevista da ben prima per le eventuali difformità urbanistiche.
Come ultima riflessione, mi chiedo, se già in precedenza l’Italia era incorsa in una procedura d’infrazione per l’incompleta applicazione delle direttive sul contenimento energetico in edilizia, procedura d’infrazione da cui eravamo usciti con il D.L. 4/06/2013 n°63 poi convertito con Legge del 3/08/2013 n°90 (non senza sanzioni), con questo mezzo passo all’indietro, non rischieremmo di incorrere in una nuova infrazione?! E per chi pensa “chi se ne frega delle procedure d’infrazione”, è utile chiarire che le stesse hanno dei costi non irrilevanti per gli stati che vi incorrono.
Perché gli impegni, le regole e le leggi, quando si fanno, vanno anche fatte rispettare.
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11 anni fa
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Motivo: Non specificato